Già, l’Europa è davvero casa loro. Perché Josè Mourinho ci sguazza da sempre, vincendo partite e portando a casa trofei (esattamente cinque). E perché Nicolò Zaniolo in Europa ci ha vissuto alcune delle sue serate più belle, se non tutte quelle che lo hanno emozionato di più in questi primi anni di carriera. E stasera, insieme, cercheranno di regalare alla Roma la prima vittoria stagionale di questa Europa League, facendole di fatto dimenticare il brutto scivolono di Razgrad, in Bulgaria, contro il modesto Ludogorets.
Una vittoria quasi obbligatoria, per qualcuno scontata. Non per Mou, però, che come di consueto non si fida. È quasi un protocollo, forse anche un modo per prevenire ogni pericolo. O forse è anche solo la verità, perché nel calcio di oggi le insidie sono sempre dietro l’angolo, nonostante il valore della rosa della Roma sia valutato oltre 400 milioni di euro e quello dell’Hjk Helsinki appena una decina.
“Magari qualcuno può pensare che sia una partita facile, ma per me non è così – dice l’allenatore della Roma- – L’Helsinki è una squadra organizzata, costruisce bene il gioco e ha un tecnico bravo. Il risultato contro il Betis è falso, poteva essere completamente diverso. Per me sono la conferma della grande evoluzione del calcio che c’è stata negli ultimi anni nel nord d’Europa e in Scandinavia“.
Mou dopo Empoli aveva esaltato Zaniolo (“Ha lavorato come un animale per esserci e mettersi a disposizione, è stato d’esempio, è questo lo spirito di cui abbiamo bisogno“), adesso ne benedice il ritorno. “Nicolò voleva tornare il prima possibile, anche rischiando contro l’Empoli. Se potrà giocare tutta la partita o meno non lo so, lo vedremo in campo, ma stava andando molto bene anche prima dell’infortunio. Ha la testa e la motivazione giusta per poter far bene“.
“Non è mai bello star fuori, è una cosa che ho vissuto come un’ingiustizia – dice Zaniolo – Sto bene, mi sento al 100%, gli infortuni mi hanno fatto crescere come atleta e come uomo. E ora voglia vincere contro l’Helsinki, il campo e la Roma mi sono mancati. E quando non posso esserci, non sto bene“.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese