Diciamoci la verità: ci hanno provato un po’ tutti, chi più e chi meno, a smontare pezzo per pezzo la sua credibilità. Gli è stato rinfacciato di essere vegano (perché è un reato esserlo?), di avere la consistenza fisica di un vaso di cristallo e ci si è divertiti pure a etichettarlo come vecchio e/o bollito con almeno tre anni di anticipo. Qualcuno lo ha perfino accusato di avvistare ufo un’estate sì e l’altra pure. Insomma, si è fatto di tutto per trattarlo maluccio.
Lui, Christopher Lloyd Smalling ha sempre porto l’altra guancia, ha rispedito ai mittenti accuse e cattiverie, non ha mai perso la calma e con un distacco solidamente british se ne è fregato di tutto e di tutti. E quando il fisico l’ha supportato, ha fatto parlare il campo, riuscendo sistematicamente a zittire nemici veri e amici finti. Riuscendo pure a essere uno dei più amati dalla tifoseria romanista per quel suo modo apparentemente facile e disincantato di annullare gli attaccanti.
E così è diventato oggetto di culto: la sua figurina (o santino?) con la scritta “Ovunque proteggimi” sotto la foto, ormai fa parte della storia social legata al pallone. Jesus Cristopher, per i fedeli della Lupa.
FONTE: La Repubblica – M. Ferretti
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