I tifosi delle squadre estere devono rimanere fuori dal Centro della città”. L’assessore allo Sport Alessandro Onorato manda un messaggio diretto al ministero dell’Interno sui fatti che due giorni fa hanno sconvolto Piazza del Popolo. “Le tifoserie delle squadre italiane all’estero non possono entrare nella città ospitante e questo deve avvenire anche a Roma – aggiunge Onorato – Non esiste che il Centro, su cui noi lavoriamo per aumentare il turismo e l’economia, sia ostaggio di persone che usano un luogo patrimonio dell’Unesco come il loro parco divertimenti”.
Dove abbandonare ogni tipo di rifiuto, defecare e urinare. Hanno “festeggiato” anche così migliaia di ultras e tifosi del Betis, arrivati giovedì scorso dalla Spagna per la partita di Europa League contro la Roma.
Hanno spaccato un gradino del ‘700 della Chiesa degli Artisti e riempito di adesivi della squadra di calcio la porta della basilica, da cui è stato staccato anche un pezzo di vernice. Sulla Chiesa non sono presenti telecamere, ma la piazza è video sorvegliata e sui danni provocati alla basilica ora indagano i carabinieri della compagnia Roma Centro.
Secondo la sua ricostruzione, gruppi di tifosi erano in piazza già dalle 14 e il picco si è raggiunto tra le 16.30 e le 17. Poi, le forze dell’ordine hanno iniziato a liberare la piazza. “Non ci hanno permesso di raccogliere l’immondizia – scrivono su Twitter alcuni tifosi del Betis per difendersi mentre i social si riempiono di foto e video – hanno voluto dare la precedenza allo sgombero”. Il tema però è un altro: i tifosi non avrebbero dovuto radunarsi lì. Dalla prefettura spiegano che il punto di ritrovo era in piazzale delle Canestre, all’interno di Villa Borghese.
Dove poi sono infatti andati per prendere, in questo caso come da programma, le navette per andare allo stadio. Inoltre, visto che i tifosi del Betis non sono segnalati come “pericolosi o violenti” il Prefetto Matteo Piantedosi non ha emanato particolari restrizioni.
FONTE: La Repubblica M. de Ghantuz Cubbe / L. Monaco