Uno sembra proprio non volerne sapere di smettere, anche se poi ha già imparato a dilettarsi con altro. E chissà che non sia proprio quella la sua nuova strada. L’altro, invece, si sta rivelando molto più di un jolly, come dice Mourinho “un giocatore che oramai può giocare ovunque”.
Stasera molto probabilmente si ritroveranno ancora una volta faccia a faccia, proprio come all’andata, all’Olimpico quando Joaquin inventava e Zalewski sprintava. Una sfida nel tempo ed al tempo, considerando che lo spagnolo ha oramai superato da un po’ la soglia dei 41 anni e Zalewski ne ha ancora 20, poco meno della metà. Uno potrebbe essere il padre dell’altro, entrambi hanno però ancora voglia di scrivere pagine importanti del calcio. Ad iniziare proprio dalla sfida di questa sera.
Joaquin oggi sarà ancora una volta in campo, dopo che ieri è andata in onda la seconda puntata di El Novato, il programma di Antena 3 che al primo giro ha fatto il botto. Joaquin era a Roma, in albergo, alla vigilia della sfida di andata. E il programma (ovviamente registrato) lo ha visto con tutta la squadra. È stato un trionfo, con il 29,5% di share, tre milioni di media di spettatori e picchi oltre i 6 milioni. Una roba che in Spagna non si vedeva da anni.
Joaquin ha affrontato la prima volta la Roma nel 2006, con il Valencia, quando Zalewski aveva appena 4 anni. A pensarci vengono i brividi, considerando che stasera torneranno a sfidarsi sulla stessa fascia. Anche perché sedici anni dopo lo spagnolo è ancora lì, a mietere vittime (come il Ludogorets, a cui ha fatto un gran gol).
Esattamente come qualità la può dare proprio Zalewski, che per necessità è stato spostato a destra, sulla fascia che non è la sua, ma dove con grande dedizione si è messo lì, applicandosi per aiutare la Roma. Mourinho su di lui conta tanto, non fosse altro perché lo ha preso dalla Primavera e lo ha lanciato nel grande calcio.
Nicola è un suo uomo, uno di quelli che farebbe di tutto per il portoghese. E che prova a limare i difetti (in fase difensiva) aumentando i pregi. Che poi sono quelli di andare a creare superiorità numerica, creare densità offensiva, aiutare la Roma ad aumentare le chance di fare gol. A Mou serve questo.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese