Uno degli uomini del momento, che tra qualche giorno diventerà papà, ieri dopo l’allenamento ha approfittato del sole di Roma per portare la moglie incinta in centro, tra Colosseo e Circo Massimo. Domenica Juan Jesus non ci sarà, ed è per lui un peccato che debba fermarsi proprio adesso che stava ritrovando convinzione e sicurezza. Dopo alcuni mesi passati più in panchina che in campo, il brasiliano ha giocato tre partite di fila dall’inizio — Genoa, Udinese e Sampdoria — e non solo ha messo in mostra significativi miglioramenti, ma la Roma non ha mai preso gol. Contro il Cagliari starà in tribuna perché squalificato, e oltre al dispiacere di dover saltare la partita (fosse stato disponibile, forse Spalletti avrebbe concesso un turno di riposo a Fazio) c’è anche un po’ di scaramanzia: nelle ultime sei partite in cui è sceso in campo, anche per un solo minuto (Astra Giurgiu, Sampdoria, Bologna, Lazio, Genoa e Udinese), la difesa è stata sempre imbattuta.
OSSESSIONATI – Anche quando non giocava, Juan Jesus non ha mai perso la serenità, merito di un gruppo capace di far sentire importante anche chi sta fuori. «Qui vogliamo tutti vincere — ha assicurato ieri Rüdiger a Sky — e visto che siamo in lotta su tre fronti vorremmo portare a casa un trofeo». Da quando è rientrato, con lui in campo la Roma ha incassato 10 gol in 13 partite, ma nelle ultime settimane è diventata quasi imperforabile, con appena 2 reti subite nelle ultime sei di campionato: «Il merito è di tutti, stiamo lavorando bene e ci impegniamo tanto. Fazio è fortissimo, non lo conoscevo, Manolas e Juan Jesus lavorano al massimo, e c’è anche Vermaelen». Il belga, archiviati i guai fisici, fatica a trovare spazio in una squadra che inizia a diventare «ossessionata dalla vittoria» come Spalletti: «È importante non prendere gol perché i campionati si vincono partendo dalla difesa — ha continuato Rüdiger — e noi vogliamo vincere. Siamo tutti ossessionati». Anche per questo ha deciso di restare a Roma nonostante la corte del Chelsea: «Conte è un grande allenatore, ma la mia decisione è stata quella di rimanere».
BUONUMORE – A marzo compirà 24 anni, i margini di miglioramento sono enormi (è «solo» a quota 50 in giallorosso), ma in estate è probabile che i grandi club della Premier tornino alla carica. Rüdiger, autentica colonna dello spogliatoio con i suoi balletti e i suoi video su Instagram ha archiviato il discorso, e lo stesso ha fatto Alisson, ormai a suo agio — almeno fino a giugno, s’intende — nel ruolo di portiere di coppa. Ieri è stato tempo di interviste anche per lui, ma niente giornalisti, soltanto tifosi a cui rispondere attraverso una diretta sui canali social della società. Tra il racconto delle serie tv preferite e qualche chicca culinaria («Come tutti i brasiliani adoro riso e fagioli, ma amo anche la carbonara e giuro che non ci metto la panna, come tanti stranieri», ha assicurato), il brasiliano anche si è dimostrato «ossessionato» dalla vittoria: «Nel calcio contano i successi, bisogna lavorare tanto per essere concentrati. Soprattutto noi portieri, visto che magari ti può capitare una palla sola in novanta minuti». Vista la difesa della Roma di questi tempi, non sarebbe una sorpresa.