“È arrivato il momento di fare autocritica. Dal punto di vista individuale dovranno farlo anche alcuni giocatori, che sono dei privilegiati. Servono motivazioni per prendere lo stipendio?“. José Mourinho chiude così la sua orribile settimana, con un punto all’Olimpico contro il Torino, dopo un derby perso e il caso Karsdorp.
Se il terzino olandese è stato al centro dei suoi pensieri dopo la sfida di Reggio, questa volta è Abraham a finire sotto il “fuoco amico” dello Special One: “Se diventi un giocatore professionista in un universo di milioni di bambini che volevano esserlo, non ti serve l’appoggio di nessuno per motivarti. Sei un privilegiato, per questo devi dare tutto in campo ogni giorno, ogni allenamento, ogni partita. Giochi bene, giochi male, sbagli. Se sbagli con me al massimo penso che sei scarso. Ma un’altra cosa è l’atteggiamento, la domanda riflette il mondo di oggi. Ma quale supporto psicologico? Corri, amico! Vai là, duelli individuali, sbaglia, crea problemi“.
Quelli che la Roma non ha creato fino all’ingresso di Dybala: “Ci sono due partite, una fino al 70’ e una dopo. In venti minuti abbiamo creato più di quanto fatto nelle ultime cinque partite. La nostra luce è lì, siamo una squadra con un determinato tipo di qualità e limitazioni. Quanti punti in più avremmo fatto con Dybala nelle ultime sei gare?“.
Il quesito dello Special One rimane senza risposta, ma il magro bottino di cinque punti, cinque gol fatti e cinque subiti nelle ultime cinque gare ha un retrogusto di mediocrità, oltre il quale la rosa giallorossa non riesce a spingersi. “Si può dire che alcuni giocatori hanno un livello bassissimo, la squadra ha bisogno di tutti. Ora abbiamo un periodo di riposo, poi ci prepareremo con un ritiro. Karsdorp? Decisione mia. Non devo spiegare tutte le decisioni che prendo. Lui sa il perché, i compagni anche“.
FONTE: La Repubblica – A. Di Carlo