L’Italia quattro volte campione del mondo è come l’Albania, spiega la perfida equazione sulle squadre assenti dal Mondiale e inchioda i campioni d’Europa alla loro mini-tournée sconsolante: mercoledì sera a Tirana e poi a Vienna contro l’Austria proprio domenica, quasi un’autoflagellazione.
Anche quattro anni fa gli azzurri giocarono le amichevoli a ridosso del torneo riservato agli altri: furono sparring-partner di Arabia Saudita, concetto abbastanza umiliante, e Francia, futura campione del mondo. Ma era l’inizio del ciclo di Mancini, il centravanti lo faceva Balotelli e sulle macerie dell’apocalisse di Ventura (copyright Tavecchio) iniziava la ricostruzione che avrebbe portato all’Europeo e al record d’imbattibilità.
Per questo stavolta fa più male: non solo perché Spagna e Svezia, le killer del 2017, erano più forti di Svizzera e Macedonia del Nord, ma soprattutto perché la squadra, dopo, era stata rifatta bene e il gioco era nuovo e bello
Il confronto con l’Argentina, a giugno nella Finalissima di Londra, è finito 3-0 per Messi & C. Ma poi è arrivata la qualificazione alla Final Four della Nations League con Raspadori goleador, così il rinnovamento prosegue spedito. Qui ne sarà protagonista il riabilitato Zaniolo e il luogo è assai adatto: allo stadio Air Albania lui ha segnato per la Roma il gol della Conference League vinta contro il Feyenoord.
Visto che l’indispensabile Chiesa è guarito, ma non è ancora prontissimo, l’esame sarà probabilmente anche per Grifo, mattatore in Bundesliga e in Europa League col Friburgo. In difesa, invece, l’osservato speciale sarà l’atalantino Scalvini e a centrocampo il trascinatore del Milan Tonali (rifiaterà Barella). In aggiunta, c’è pure l’esame per il modulo: il 3-4-3. “Zaniolo è una risorsa importante, sa coprire più ruoli”, riassume Mancini.
FONTE: La Repubblica – E. Currò