E’ ripartito Offside racism, il viaggio tra le squadre giovanili di calcio della Serie A stagione 2022-2023. In ogni puntata si racconta la storia di un allievo calciatore e dei suoi valori dentro e fuori d – al campo. Un ritratto dei campioni del domani, che si conclude con l’incontro con un campione di oggi della Serie A. Jean Paul Touadi, difensore centrale della Roma Under 18, è il protagonista di questa puntata al quale gli è stata consegnata dal pari ruolo della prima squadra, Chris Smalling, una maglia con la scritta “Keep Racism Out”. L’inglese ha dichiarato: “”Rappresentare la Roma è un onore enorme, è un club di fama mondiale con tifosi passionali. Purtroppo il razzismo c’è anche al di fuori dello sport e campagne come queste aiutano e alzano l’attenzione. Le persone dello sport devono dare l’esempio per insegnare ai ragazzi come trattare le persone mi auguro che avrà un grande impatto”, mentre il giovane si è espresso in questa maniera in un’intervista:
Cosa significa per te giocare a calcio? “Giocare a calcio mi dà una sensazione di libertà e spensieratezza, quando giochi dimentichi tutto e ti concentri sul campo”.
Quando è nata la tua passione per il calcio? “La mia passione per il calcio è delle elementari durante la ricreazione, da lì mi sono iscritto a una scuola calcio, dove ho giocato per un anno. Alla fine mi hanno chiamato per un provino alla Roma, sono stato preso e sono qui da 10 anni”.
Qual è il tuo primo ricordo col pallone? “Il mio primo ricordo con la palla è con le mie sorelle al mare. Per me è un ricordo molto felice”.
In che ruolo giochi? “Sono difensore centrale, capita spesso che il nostro lavoro venga sottovalutato da fuori, facciamo un lavoro sporco, le copertine vanno a chi fa gol, il nostro lavoro però è fondamentale per la squadra”.
Quali sono le tue caratteristiche principali? “La mia caratteristica principale è la forza mentale, per noi difensori è fondamentale. Dobbiamo essere bravi a lavorarci in settimana e poi trasportarlo in partita per 90 minuti”.
Cosa significa far parte di un gruppo? “Per me il gruppo è fondamentale anche per vincere in campo, non esiste una squadra vincente che non è unita. Ci si deve aiutare l’un l’altro andando nella stessa direzione sempre”.
Sui compagni di squadra… “I miei compagni oltre che amici sono anche delle persone a cui posso confidare le mie preoccupazioni, sono punti di riferimento sia in campo sia fuori. Ethan (Bouah, ndr) è sicuramente uno dei ragazzi che mi ha aiutato di più, noi due condividiamo le nostre origini, lui è della Costa D’avorio io del Congo. Ci siamo sempre aiutati, ha sempre una buona parola nei momenti difficili, ho un rapporto stretto con lui”.
L’allenatore… “Il nostro allenatore è esigente, ci conosciamo da 3 anni, si fida di me, sono vice-capitano, è una grande responsabilità, ma è anche un orgoglio. Mi ha dato fiducia e mi ha fatto migliorare, gliene sarò sempre grato”.
Cosa significa per te indossare la fascia da capitano? “Per me indossare la fascia è significativo per quelli fuori, dentro la squadra ognuno si deve sentire capitano e dare l’esempio giusto ai compagni, andiamo tutti nella stessa direzione, l’obiettivo comune si raggiunge solo se siamo uniti”.
La famiglia… “In casa con me vivono mia sorella, che è più grande e fa l’università, mio fratello piccolo di 11 anni, e mio padre che viene dal Congo, ma che è in Italia da 30 anni. Ho anche un’altra sorella, che studia in Francia a Parigi. Mia nonna è ancora in Congo, vive lì. L’ultima volta che l’ho vista avevo 9 anni, è venuta qui per la mia comunione, non ci sentiamo spesso, ma mio padre mi dà sempre sue notizie”.
La vita al di fuori del calcio… “Quest’anno essendo nell’Under 18 ci alleniamo la mattina. Ora frequento la scuola interna a Trigoria. Il mio progetto è continuare gli studi ed andare all’università. Ci vuole organizzazione, pazienza e umiltà. È un impegno che ho preso e voglio portarlo avanti”.
Chi sono i tuoi migliori amici? “I miei migliori amici in squadra sono Ethan (Bouah, ndr), Fabrizio (Marazzotti, ndr) e Matteo (Chichella, ndr), ci gioco da 9 anni. Si è creato un legame anche fuori dal campo”.
Quali sono i valori del calcio per te? “I valori di questo sport sono il rispetto per l’avversario, per la squadra, e saper vivere in un gruppo. Sicuramente poi c’è anche l’inclusività. A questo sport può giocare chiunque, al di là della provenienza”.
Il razzismo nel calcio… “Secondo me il legame che unisce il razzismo e il calcio è l’ignoranza. C’è molta invidia tra queste persone, che vedono i giovani calciatori come persone ricche e popolari. Se la prendono perché loro non ci sono riusciti”.
Cosa faresti per limitare il razzismo negli stadi? “Sicuramente cambierei le regole per chi fa cori razzisti o discrimina un gruppo di persone. Ci vogliono regole più drastiche, perché queste persone non devono più entrare negli stadi”.
Qual è il tuo sogno? “Il mio sogno è di giocare in Serie A con la maglia della Roma, con la fascia della capitano, tifo i giallorossi fin da piccolo, poterla rappresentare ad alti livelli sarebbe un sogno per me”.
Quali sono i tuoi idoli? “Il mio idolo è sicuramente Totti che per tutti i tifosi è un simbolo. Anche Smalling, che gioca nel mio stesso ruolo, lo vedo simile a me, è un ragazzo serio, concentrato e umile. Spero di diventare come lui, sia in campo sia fuori”.
FONTE: RAI Gulp
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