Corsa e minuti nelle gambe, era questo il primo obiettivo di José Mourinho – come lui stesso aveva dichiarato – per la sua Roma impegnata ieri sera ad Albufeira nel test match contro il Cadice. Ma lo Special One sicuramente si aspettava di più da una squadra che ha sfidato la penultima in classifica della Liga.
La risposta dei calciatori in campo non è stata sufficiente: impegno sì ma tanta confusione e poche occasioni create. Morale: vittoria per 3-0 del Cadice e tanto da lavorare per ritrovare la Roma nella migliore condizione.
La serata è cominciata con il ricordo a Sinisa Mihajlovic. La Roma – con Karsdorp titolare e quindi confermando la tregua con Mourinho – ha girato troppo a vuoto, creando poco e lasciando agli spagnoli il possesso palla. Così al 23’ sono passati in vantaggio con una progressione laterale di Brian che ha scaricato al centro per Alcaraz, libero di battere Svilar con un destro di prima intenzione.
La reazione della Roma è stata immediata con una buona conclusione (l’unica) di Abraham al 26’ dal limite dell’area di rigore, respinta però dal portiere spagnolo. La doccia gelata è poi arrivata dodici minuti dopo con l’espulsione di Viña per un fallo di reazione in mezzo al campo, un minuto dopo aver subito un intervento pericoloso non sanzionato dall’arbitro
Volpato sicuramente tra i più attivi nella ripresa, disastroso invece Svilar sul secondo gol spagnolo. Destro senza pretese di Bongonda dal limite dell’area ma da posizione più che defilata, il portiere serbo ha sbagliato totalmente l’intervento vedendo passare il pallone lontano dai suoi guantoni.
Mourinho impassibile, per tutta la partita è stato in piedi davanti alla panchina. A studiare, ad analizzare la prestazione e gli atteggiamenti dei suoi. Non impeccabili vista la rissa nel finale per il fallo di Cristante su Sobrino a palla lontana che ha scatenato la reazione delle due panchine. A concludere la serata il gran sinistro al volo in area di Negredo al 92’. Doccia gelata per la Roma, Mourinho ha ancora tanto da lavorare sulle gambe e la testa dei suoi giocatori.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi
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