A conti fatti, stavolta è stata una Roma diversa, molto più dignitosa dell’ultima, quella del brutto scivolone con il Cadice della scorsa settimana. Ieri i giallorossi si sono rialzati grazie ad un gol nel primo tempo di Stephan El Shaarawy, che prima aveva dilapidato un po’ tutto quello che c’era da buttar via, anche se poi si è riscattato con la rete decisiva, quella che ha riportato la Roma alla vittoria. È vero, davanti c’era il Casa Pia e non il Liverpool, ma i portoghesi avevano sicuramente più ritmo dei giallorossi nelle gambe, non essendosi mai fermati (in Portogallo di sta giocando la Coppa di Lega).
Considerando la moria di reti degli ultimi tempi (cinque nelle ultime sei partite), ieri Mourinho ha cambiato un po’ le cose, cercando più la verticalità e la ricerca degli spazi. Ecco perché davanti ha schierato Zaniolo ed El Shaarawy, lasciando fuori Abraham per oltre un’ora. Ed in effetti nel primo tempo la giocata era sempre la stessa, con il mediano bravo a lanciare nello spazio per l’attacco alla profondità di una delle due punte.
L’attacco veloce ha funzionato, anche se poi di rete ne è arrivata una sola, in media con la scarsa realizzazione degli ultimi tempi. Stavolta, però, la Roma almeno ha costruito, si è resa pericolosa, è sembrata viva. Timidi segnali di risveglio, verrebbe da dire, ma comunque un passo avanti rispetto alla prova scadente andata in scena contro il Cadice. E l’impressione è che i giallorossi abbiano girato molto meglio così che non avendo Abraham come riferimento centrale, come successo nell’ultima mezz’ora di gioco della partita.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese
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