Dopo 16 giornate di campionato la Roma si ritrova con cinque punti in più rispetto alla scorsa stagione e al quinto posto in classifica, dietro quattro squadre che però sembrano avere tutte le risorse tecniche per restare avanti fino alla fine del campionato, salvo magari stravolgimenti richiesti dalla giustizia sportiva. Con il Bologna è arrivata l’ottava vittoria di misura delle 12 conseguite in stagione, la quarta per 1-0.
Eppure non si placa il malumore di quella parte della tifoseria o degli osservatori neutrali che non riescono a valutare in un caso con il giusto entusiasmo e nell’altro con la necessaria serenità l’importanza che questi risultati assumono a prescindere dal modo in cui sono conseguiti. Che la Roma non giochi un calcio particolarmente spumeggiante sembra persino inutile ripeterlo ogni volta.
Assumere Mourinho e rimproverargli, tra una spolverata e l’altra alla coppa rimessa in bacheca dopo sessant’anni di buio internazionale, di non saper divertire la platea con tagli, pressing alto e sovrapposizioni è un esercizio che non arricchisce in alcun modo il dibattito calcistico.
Diverso è cogliere quegli aspetti su cui l’applicazione dei giocatori della Roma resta ancora incerta e stimolare riflessioni che potrebbero portare ad un miglioramento del gioco. Non è certo un delitto di lesa maestà richiedere la ricerca di nuove linee di passaggio per una costruzione più armoniosa, o di restare efficaci difensivamente anche senza abbassare troppo il baricentro quando ci si trova in vantaggio, o magari di non sostituire Dybala con Bove avendo ancora in panchina alternative tecniche con caratteristiche simili. Ma la lamentela insistita, la disapprovazione di ogni atteggiamento, la pervicacia nella critica, fino ad inficiare la soddisfazione per la 12ª vittoria stagionale, resta incomprensibile.
Resta il fatto che la Roma, orfana di Mourinho in panchina e in sala stampa, cosa che ha il suo peso per la narrazione delle gare, ha costruito le azioni migliori per vincere la partita e ha concesso qualcosa solo nel finale.
Poca concessione allo spettacolo, ma quinto posto acquisito di nuovo, al fianco della Lazio di Sarri, un allenatore di opposta mentalità sempre sospeso tra demonio e santità. Curioso il raffronto dei gol fatti e subiti a fronte di un cammino praticamente identico (9 vittorie, 3 pareggi, 4 sconfitte per tutte e due): la Lazio ha realizzato infatti ben otto gol in più (27) rispetto alla Roma (19), subendo addirittura una rete in meno (13 contro 14). Ma il dato è stato evidentemente “drogato” da due 4-0 (contro Monza e Spezia). La differenza vera l’ha fatta il derby vinto senza merito dei biancocelesti in una partita che sembrava aver cambiato i destini delle due squadre. Ma oggi i valori si sono riequilibrati.
Potrebbe certamente conoscere uno sviluppo differente il cammino della Roma qualora Mourinho davvero si decidesse a cambiare il sistema di gioco per passare alla difesa a quattro, ma tutto lascia pensare che questo accadrà solo quando rientrerà a centrocampo Wijnaldum, il giocatore su cui l’allenatore voleva ricostruire il reparto centrale della sua Roma ideale. Certamente non cambierà nulla contro il Milan domenica sera, la speranza semmai è quella di poter recuperare al 100% sia Dybala sia Zaniolo, due che in una partita come quella che si preannuncia domenica sarebbe fondamentale avere in organico. Non è una partita dal pronostico chiuso.
La Roma peraltro in trasferta vanta un rendimento formidabile (solo il Napoli, con sei vittorie, ha fatto meglio dei cinque successi giallorossi), mentre il Milan a San Siro ha vinto sette partite su otto (col Napoli l’unico ko). Dove la squadra di Mourinho può decisamente migliorare è proprio nel bottino casalingo: solo Verona, Cremonese, Sampdoria e Monza delle squadre di serie A hanno perso più partite in casa della Roma (già 3 ko). Un altro dato ci dà forse l’esatta indicazione dello stato da under performance in cui si trova la squadra giallorossa.
Prendendo infatti in esame le classifiche degli expected goal fatti e concessi emergono dati significativi: quanto a numero di reti possibili la Roma sarebbe al quarto posto, dietro Inter, Napoli e Milan, mentre è addirittura la squadra che ha concesso meno occasioni agli avversari (13,78 xg concessi, al secondo posto il Napoli con 15,94, poi Milan, Juventus, Lecce e Inter). Ecco perché non capiamo tanto scetticismo.
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin