Il suo 2023 è iniziato come era finito il 2022, in panchina a osservare i compagni: le prove tattiche tra Giappone e Portogallo sono già un ricordo, per lui non sembra esserci spazio in giallorosso. Il presente e il futuro di Eldor Shomurodov appaiono sempre più lontani da Trigoria, dove la Roma sta ultimando la preparazione alla sfida di domenica contro il Milan. E con il mercato aperto, tutto può succedere o cambiare in pochissime ore.
C’è infatti da registrare come il Torino stia intensificando il pressing sul giocatore, rimanendo fortemente interessato a tesserare il calciatore uzbeko, che in estate ha rifiutato il concreto corteggiamento della Cremonese. L’ipotesi granata invece trova il pieno gradimento del calciatore e del suo entourage, che hanno aperto al trasferimento: Juric potrebbe essere l’allenatore giusto per rilanciarlo.
Manca però, e non ci sembra un dettaglio, la quadra economica tra le due società. La linea seguita da Tiago Pinto èormai chiara: nessun prestito, nessun regalo, gli sconti a Trigoria sono finiti. Concetto che aveva ribadito in estate anche al Bologna, club che era arrivato ad un passo dall’attaccante giallorosso. La Roma lo cede solo a titolo definitivo e solo ad una cifra che eviti di far registrare una sanguinosa minusvalenza a bilancio: parliamo di una somma non troppo lontana dai 10 milioni di euro, non pochi per il panorama del mercato italiano.
Il Torino però ci sta provando e ha aperto un canale di dialogo prospettando un’offerta sulla base di un prestito oneroso. Base sulla quale Pinto non vuole nemmeno ragionare. La Roma chiede l‘obbligo, qualora l’uscita dovesse materializzarsi la partenza con la formula del prestito. Il ds Vagnati non sembra intenzionato però a impegnarsi per un trasferimento a titolo definitivo. Agenti e intermediari sono al lavoro per trovare il punto d’intesa e far felici tutti. Di certo l’uscita di Shomurodov sarebbe funzionale a coprire, innanzitutto, l’ingaggio dell’ultimo arrivato, Ola Solbakken, oltre a regalare una preziosa liquidità per altre operazioni in entrata. (…)
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo
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