L’esplosione del caso non era prevedibile ma la Roma aveva già delineato la sua strategia: vendere Zaniolo, magari dopo una grande stagione, senza rinnovargli il contratto. Era un’esigenza stringente di una situazione finanziaria molto preoccupante: il -219 registrato dalla gestione di Tiago Pinto a giugno 2022, record negativo dell’intera storia del club, non poteva non richiedere interventi incisivi sul ridimensionamento dei costi e sull’incremento dei ricavi.
Qualcosa si è mosso già in estate, con il taglio del 20 per cento del monte stipendi, ma non basta. Secondo i calcoli del direttore generale, la Roma deve contabilizzare al più presto circa 70 milioni di plusvalenze – quelle vere – per non discostarsi dal piano di rientro economico presentato all’Uefa, secondo il settlement agreement (in pratica un patteggiamento) che ha già certificato una serie di sanzioni e altrettanti impegni: la Roma ad esempio ha già accantonato nel bilancio la multa d 7,5 milioni che forse dovrà pagare quest’anno per il mancato rispetto di alcuni paletti.
Per questo Tiago Pinto non presta i giocatori. Neppure quelli che non servono a Mourinho come Shomurodov, Karsdorp e Viña. Tantomeno può accettare questa soluzione per Zaniolo, che del quartetto è il giocatore più appetibile. Rischierebbe di ritrovarsi nei prossimi mesi a vendere altri pezzi importanti, oltre al serbatoio dei giovani che può sostenere gli sforzi finanziari dei Friedkin a costo di qualche sacrificio tecnico. La scadenza del 30 giugno non è tassativa, perché il piano concordato con l’Uefa è pluriennale: tanto è vero che la Roma è disposta a valutare trasferimenti temporanei purché sia previsto l’obbligo di riscatto
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin