“Purtroppo resta qui, ma non fa parte del progetto”. Anche José Mourinho scarica Nicolò Zaniolo e lo fa nella maniera peggiore possibile. Non con rabbia, come accaduto con Karsdorp, ma con quella placida rassegnazione di chi sapeva già il finale della telenovela di mercato che ha tenuto in scacco la Roma per una settimana: “Avevo ragione io. Come detto pubblicamente dopo la partita con lo Spezia, quando immaginavo Zaniolo rimanesse a Roma dal 1 febbraio. Perché è da un mese che il giocatore dice ogni giorno di voler andare via”. In pieno stile Mou.
Difesa fino all’estremo, se serve al gruppo. Ma poi ognuno per la sua strada, soprattutto se vengono a mancare certe regole morali: “Un allenatore vuole un giocatore di squadra, che fa squadra”. Zaniolo ha fatto tutto il contrario: “Quando un calciatore dice, non solo all’allenatore ma soprattutto alla società e anche ai compagni ogni giorno da un mese, di non voler giocare per la Roma, di non voler vestire la maglia della Roma e di non volersi allenare con il gruppo, allora devo dire purtroppo. Purtroppo rimarrà qui“.
Ora sarà una questione tra il club e il calciatore. Subirà una multa salatissima e formalmente sarà un fuori rosa. Ieri si è allenato individualmente e non è stato convocato per la gara di questa sera allo Stadio Maradona contro il Napoli. Sarà escluso dalla lista Uefa, anche per questioni di bilancio e vivrà i prossimi mesi da separato in casa. Per le scuse e i ripensamenti ci sarà tempo, ma Mourinho su questo non si è voluto esprimere.
Un percorso di redenzione che proverà a fare Karsdorp, a due mesi dalla sfuriata di Sassuolo: “Gli serve poco per tornare dentro. Adesso dipende solo da lui“. A tre mesi dall’ultima conferenza stampa, Mourinho è un fiume in piena. Tra richieste di rinnovo e telefonate dei Friedkin. “Smalling penso voglia rimanere alla Roma. Lo vedo più di qua che di là (riferito al possibile addio a fine stagione, ndr). Penso si possa trovare un accordo“.
Poi Mou parla anche del suo futuro e le voci che lo vogliono di nuovo in Premier League. Lui ambisce ai grandi traguardi, bisognerà capire se la proprietà vorrà assecondarlo. “Questa è una domanda che deve farmi la società quando penserà che sia il momento giusto. Il mio futuro? Non lo so. Io vivo giorno dopo giorno, quando la società vorrà parlarmi sono pronto per farlo“.
FONTE: La Repubblica – M. Juric
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