La Roma torna sconfitta da Napoli, ma che peccato. Al Maradona la squadra di Mourinho va sotto, sbanda, poi ritrova lucidità, si rimette in carreggiata e riesce a tornare in partita. Gioca comunque una grande gara al di là del risultato finale. Meritatissimo il gol del pareggio nella ripresa che fa prendere consistenza a un sogno poi infranto a pochi minuti dal triplice fischio di Orsato.
Apre Osimhen con un gol da fantascienza dopo che per un quarto d’ora la Roma era stata ordinata, compatta, senza sbagliare nulla: quasi in controllo, sembrava in grado di giocarsela alla pari a casa della capolista. Un campo sul quale devi fare la partita perfetta se non vuoi uscirne a pezzi.
Poi il gol pazzesco di Osimhen cambia la dinamica della serata e riporta i giallorossi con i piedi per terra. Tutto perfetto, l’idea di Mario Rui (ex che la Roma non ha mai rimpianto ma che continua a far benissimo sulla fascia sinistra napoletana), il tocco sublime di Kvaratskhelia il georgiano che sta cambiando la fisionomia di questa squadra), quindi lo stop, il tocco e la botta a rete del nigeriano. Roba da manuale del calcio che fa esplodere lo stadio napoletano e ribaltare gli appassionati del calcio davanti alla tv.
Mourinho ci è andato davvero vicino, perché la sua Roma ha dato una grande dimostrazione di compattezza, ha dimostrato di essere squadra nonostante assenze pesanti e con più di un problema da risolvere in casa: perché è chiaro che il nodo Zaniolo è questione che bisognerà risolvere nelle prossime 48 ore.
La squadra era riuscita ad avere il livello di attenzione giusto, aveva capito che tipo di partita doveva giocare, ma ha sbattuto contro la classe assoluta di un giocatore e dalla qualità (molto alta) di una squadra con una panchina profondissima che assomiglia sempre più al suo allenatore: e nessuno meglio dei romanisti sa quanto potenziale abbia Spalletti al netto delle sue «follie» ambientali.
II tecnico portoghese fa tutto bene, azzecca gli uomini, riesce a tenere a bada i rivali, fa i cambi giusti riuscendo a riaprire una partita che sembrava chiusa proprio con l’innesto di El Shaarawy che ancora una volta lo ringrazia segnando. Poi la beffa finale firmata Simeone che riporta tutti sulla terra, mette la Roma al sesto posto in classifica e manderà questa partita nella storia come una sconfitta: così è, ma c’è anche molto altro dietro. Quest’anno non c’è storia, ma la Roma a breve potrà dire la sua. Mourinho dopo ieri sera ha qualche certezza in più.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini
NAPOLI-ROMA Le pagelle (di Roberto Molinari)
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin