Benvenuti sulle montagne russe romaniste. Dopo aver passato una settimana vilipesa per la improvvida eliminazione dalla Coppa Italia ad opera della Cremonese – ieri sconfitta in casa dal Lecce (non proprio l’Arsenal) – la squadra di un irritato Mourinho batte l’Empoli con un 2-0 santificato dalle reti di Ibanez e Abraham, e va a dormire al secondo posto, confermato il fatto che, nel bene e nel male, dai giallorossi ci si può aspettare tutto.
Tranne una cosa: un calcio spettacolare, perché questo gruppo nel dna non ce l’ha proprio. L‘efficacia però è un’altra cosa, così si è riaperta la bottega delle palle inattive, visto che la vittoria della Roma è maturata proprio grazie all’uno-due giunto da angolo in appena sei minuti, il che porta le reti dei giallorossi da azione nate su calci piazzati a ben 17, su 41 reti complessive.
Nell’ultimo quarto d’ora, però, la Roma arretra troppo il baricentro, consentendo ai toscani di venire fuori. Così, dal 37′ al 48′, prima Mancini deve respingere su Caputo servito da Baldanzi, Ebuehi sciupa sotto misura, quindi Akpa Akrpo conclude fuori di poco e infine Satriano impegna Rui Patricio. Si riparte e sembra di vedere l’inizio, visto che al secondo minuto tocca a Vicario fare tre parare consecutive su Dybala, Mancini e ancora Abraham. La Roma ha spazi per le ripartenze, però non arriva mai l’ultimo passaggio giusto.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini