«Sono andati a colpo sicuro. Erano preparati». A cercare di fare chiarezza sull’agguato teso ai Fedayn della Roma dagli ultras della Stella Rossa è un tifoso che frequenta la Sud da molti anni ma che vuole rimanere anonimo. «Qualcuno ha fatto la spia. Ai serbi sono arrivate indicazioni precise su come e quando agire. Sapevano benissimo quello che fanno i Fedayn dopo le partite e soprattutto qual era il furgone sul quale vengono caricati gli striscioni più importanti del gruppo».
Insomma gli ultrà del gruppo di estrema destra dei Delije, il più violento e organizzato in Europa, conoscevano le abitudini dei giallorossi. «Proprio perché i Fedayn sono un gruppo a sé stante, dopo le partite sono sempre separati dagli altri. Si ritrovano a piazza Mancini. Tra l’altro quella con l’Empoli era una partita senza nessun tipo di allarme. Insomma nessuno poteva aspettarsi una cosa del genere. Ecco perché dico che serpeggia la convinzione che magari ai serbi o ai napoletani sia arrivata una soffiata. Erano nascosti tra i cespugli. Hanno agito come un gruppo paramilitare. Erano armati di manici di piccone, manganelli spagnoli e indossavano guanti di lattice. Hanno colpito duro e in modo chirurgico. Tanto che quando sono arrivati nessuno era pronto allo scontro. Una vera e propria imboscata. Hanno preso gli striscioni e sono spariti».
Da quanto raccontato, dunque, si ipotizza il coinvolgimento di qualcuno che abbia facilitato la fuga. «Questo non lo so. Posso immaginarlo. Insomma dopo l’assalto a sorpresa, i Fedayn in una manciata di minuti si sono compattati e sono corsi a cercarli. Erano spariti. Nessuna traccia in città come se la conoscessero a memoria. Li hanno cercati a Termini, a Fiumicino. Svaniti nel nulla. Avevano di sicuro qualche macchina che li aspettava per portarli via velocemente» racconta ancora il tifoso romanista. «Qui parliamo di qualcosa che va oltre il “codice” ultras, cioè le regole non scritte del mondo delle curve. Ecco perché questo precedente può creare qualcosa di molto pericoloso. A tutte le partite ora c’è il rischio che la cosa possa ripetersi».
Ma perché ne è così convinto? «Perché questo episodio porterà inevitabilmente allo scioglimento dei Fedayn. O comunque ad un loro enorme ridimensionamento. Questo vuol dire che in Sud scoppierà una guerra per prendersi la leadership della curva. Non mi sorprenderei di vedere scazzottate in curva come accadde qualche tempo fa. È una resa dei conti che da tempo era nell’aria».
FONTE: Il Messaggero