Non è ancora tempo di bilanci ma la scelta di approdare nella Capitale per Dybala è stata a dir poco felice. Paulo, in poco tempo ha riconquistato tutto quello aveva perso nell’ultimo periodo alla Juventus: gioia di sentirsi importante, di giocare a calcio e divertirsi, la continuità d’impiego, la fiducia di un allenatore, la centralità in un progetto tecnico e di conseguenza la Selecciòn e il trionfo in Qatar.
Successo messo in dubbio soltanto da quel rigore maledetto calciato contro il Lecce, segnato ma costato settimane di rincorse contro il tempo e timori di venire escluso dalla kermesse mondiale. Domani Dybala ritrova i giallorossi salentini, ai quali in carriera, oltre al gol dello scorso 9 ottobre, ha sempre segnato. Quella trascorsa è stata una settimana finalmente tranquilla, nella quale ha potuto recuperare agevolmente dalla contusione lombare che aveva fatto ammutolire l’Olimpico sabato sera.
Ormai è chiaro: c’è una Roma con Dybala e un’altra senza. Lo sa Mourinho ma ne è consapevole anche Pinto che a fronte di un primo anno nel quale l’argentino sta guadagnando 5 milioni, sa bene che quest’estate inevitabilmente cambierà qualcosa. Se Paulo resta, la clausola che gli permette di liberarsi ad una somma intorno ai 20 milioni si trasformerà in un surplus netto sull’ingaggio che andrà ad aumentarne il fisso.
Il futuro, quindi, non è tanto legato a doppio filo con quello di Mourinho ma sulla base di una prospettiva di crescita che gli è stata prospettata al momento della firma dal club. Per questo motivo ascoltare Pinto parlare apertamente che tra “3-4 anni la Roma avrà più potere” non è passato inosservato. Senza girarci troppo intorno: Paulo questo tempo non lo ha. La Champions diventa cosi fondamentale. Per la Roma certamente. Forse per Mourinho, probabilmente per Dybala.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina