Parla dal carcere di Rebibbia, Daniele De Santis, l’ultras della Roma che con un colpo di pistola uccise il tifoso del Napoli, Ciro Esposito, il 3 maggio del 2014, poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. De Santis non mostra solo il pentimento per quanto commesso ai danni di Ciro Esposito, ma si spinge oltre, analizzando l’odio e i rischi che ancora caratterizzano, purtroppo, il calcio ialiano: “Mi rattrista quanto accaduto sull’A1, tutto quanto sta avvenendo oggi restituisce un’immagine del calcio ben lontana dalla vera essenza di questo sport. Questo non significa che io rinneghi l’amore per una squadra e neanche la mia foga con cui ho sempre vissuto le partite della Magica Roma, ma l’attaccamento, anche quello più passionale, non dovrebbe sfociare in violenza. Animosità e aggressività sono due cose distinte. Questo è l’insegnamento che vorrei che la mia esperienza lasciasse in eredità. Penso soprattutto ai ragazzini appassionati di calcio, mi piacerebbe che la mia vicenda giudiziaria fosse per loro da insegnamento per evitare che tragedie come quella toccata a Ciro Esposito si ripetano”.
FONTE: Il Corriere dello Sport