La Roma rallenta a Lecce. Poteva essere l’occasione per addormentarsi al secondo posto, aspettando la gara di domani dell’Inter e invece Mourinho è costretto ad accontentarsi di un pareggio per 1-1 che si porta dietro un retrogusto amaro. E non perché in Salento non si possa pareggiare. Prima della Roma lo ha fatto il Milan, la Lazio e l’Atalanta hanno addirittura perso.
Ma per come si era messa la partita, c’è la sensazione che Dybala e compagni abbiano perso un’occasione. Non come quella in coppa Italia con la Cremonese ma alla fine questi sono punti che pesano. E in una volata che si preannuncia al fotofinish, con altre quattro squadre in corsa per la Champions, quando hai la possibilità devi sfruttarla.
La Roma questa chance l’ha avuta nel primo tempo quando le bastava giocare palla a terra e con semplici uno-due, andava costantemente in porta. ElSha e Abraham hanno trovato ad opporsi un ottimo Falcone che si è ripetuto anche ad inizio ripresa, sempre su Tammy. Proprio la parata sull’inglese, sembrava il prologo ad un forcing finale. E invece la Roma si è spenta, sgonfiata come un palloncino, rischiando anche qualcosa nel finale se Banda non fosse stato troppo egoista.
E pensare che la partita era iniziata con il piede sbagliato. Anzi, a teste invariate. Per la legge del contrappasso, i giallorossi insuperabili sui palloni alti e capaci di segnare prima di ieri il 43% delle reti in campionato da palla inattiva (12 su 28), subiscono l’1-0 di Baschirotto proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Parabola di Strefezza, dormita del tandem Smalling-Ibañez, e il difensore porta in vantaggio i salentini. Un gol, che la Lega poi trasformerà in autorete di Ibañez, capace di rianimare anche la curva leccese rimasta in silenzio sino a quel momento per protestare contro le limitazioni in trasferta.
Ma la Roma di Mou, magari non esalterà per le trame di gioco, tuttavia in quanto a carattere non deve prendere lezioni da nessuno. Nel giro di una decina di minuti Dybala risistema i conti, segnando il rigore concesso da Aureliano per un tocco ingenuo col braccio di Strefezza in area. Paulo dal dischetto chiude i conti col passato (si fece male calciando ad ottobre un altro penalty proprio contro i salentini)
FONTE: Il Messaggero – S. Carina