Smalling e Matic l’hanno già vinta, guarda caso con Mourinho: era il 2017, il Manchester United superò l’Ajax nella finale di Stoccolma e conquistò tanti diritti. Impossessandosi del titolo, cioè l’Europa League, ottenne come conseguenza la promozione in Champions e la possibilità di giocare la Supercoppa.
Sono rinforzi psicologici, tecnici ed economici importanti a cui aspira anche la Roma, che parte per Salisburgo trascinata dal valore dell’esperienza. L’attitudine internazionale non si ferma a questi due giocatori, o al pluridecorato allenatore che è l’unico tra i 32 rimasti in lizza ad aver già sollevato la coppa: tra gli undici probabili titolari, in sette hanno oltrepassato la barriera delle 50 partite in competizioni Uefa.
Ma è chiaro che Mourinho punti molto, quasi tutto, su Paulo Dybala, che ha un curriculum da 56 presenze e 20 gol. Ma soprattutto ha giocato 53 partite in Champions League, segnando a molti dei più forti portieri europei: Neuer, Casillas, Ter Stegen, De Gea, Lloris, Oblak.
Dybala non ha raggiunto il tetto d’Europa con la Juventus ma ha comunque vissuto da protagonista la finale contro il Real Madrid, contemporanea guarda caso al trionfo dello United di Mourinho in Europa League. Era la stagione 2016/17, a Cardiff finì 4-1 per gli spagnoli. Una serataccia per Dybala, di cui avrebbe poi parlato il compagno Khedira: “Non era libero mentalmente, sentiva addosso la pressione di dover essere leader a tutti i costi“.
All’epoca però aveva solo 23 anni. Oggi ne ha 29 e saprà gestire corpo e cuore in un momento molto delicato della stagione della Roma. Già a Lecce ha prodotto le migliori occasioni per segnare, mettendosi in proprio sul calcio di rigore e mandando in porta Abraham. A Salisburgo proverà a ripetersi. In fondo, anche giocando poco nella fase a gironi, a Mourinho ha già dato una mano anche in Europa League con 2 gol in 3 partite
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida