L’occasione, un’altra ancora. Nel momento migliore della sua avventura alla Roma, quando tutto sembrava fermo, che ogni cosa stava andando per il verso sbagliato. Quando la scelta di accettare la squadra di Mourinho, sapendo che non avrebbe fatto il titolare come da abitudine, si stava rivelando sbagliata.
La stagione romana di Andrea Belotti ha vissuto due picchi, uno verso il basso (il palo colpito contro il Torino nell’ultima di campionato prima della sosta mondiale) e uno verso l’alto (il gol, con tanto di prestazione con la maiuscola, con il Salisburgo, preceduta da quella molto positiva con il Verona, sostituendo Tammy dopo un quarto d’ora scarso).
Il Gallo è stato chiaro: “Se c’è da fare la guerra, io ci sono“. Combattivo, determinato, disposto ad alzare l’asticella, proprio ora che la stagione ha bisogno di un sussulto, quello definitivo, suo e della Roma: restare lassù in classifica, e restarci. Mourinho, ora non può contare su un Abraham al cento per cento perché limitato dall’infortunio all’occhio, ha un Belotti in più. Ed è ciò che ci si augurava da inizio stagione, quando il suo arrivo è stato accolto con parecchio entusiasmo, dalla gente e da Mourinho in particolar modo.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni