Roma-Juventus è stata esattamente la partita brutta, sporca e cattiva che s’immaginava e l’ha decisa il più inatteso lampo di bellezza del più inatteso degli illuminanti, il difensore Mancini, capace di un gol bellissimo che ha scatenato una notte di furore e di scarso senso estetico. Per non rischiare di dover prendere l’iniziativa, Mou ha proprio evitato di mettere attaccanti presentandosi non con il falso 9 ma con il senza 9, una sorta di 5-5-0 con cui intendeva togliere punti di riferimento alla Juve ma finendo anche per toglierne alla squadra sua.
Max di punte ne ha messa una, però Vlahovic ha fatto solo sponda ma per nessuno visto che Di Maria, pur non avendo marcature stabili dalle quali liberarsi, s’è mosso più nei dintorni della metà campo che dell’area di rigore. Così la partita è andata avanti a inviti: attacca tu, che io t’aspetto. Ma avrebbero potuto tutti quei ragazzoni abbandonarsi alla noia così a lungo? Certo che no, e il più imprevisto del molti tiri da fuori, il siluro micidiale di Mancini, ha stappato la partita, finalmente diventata la corrida che il pubblico paga volentieri per vedere. Rui Patricio ha parato tutto, compreso l’ultimo tentativo di Danilo al 98′, Szezesny ci ha messo del suo per fermare Smalling e Kean per mandare all’aria ogni velleità scalciando Mancini 40″ dopo essere entrato e meritandosi la terza espulsione più veloce nella storia della A.
FONTE: La Repubblica – E. Gamba