L’aveva preparata proprio così: compattezza difensiva e ripartenze improvvise, con una freccia come Stephan El Shaarawy che nel primo gol ha segnato dopo una corsa di quasi 89 metri. “Ma io quel gol lo avevo già visto il giorno prima – scherza Mourinho a fine gara -. Avevamo deciso di giocare con due quinti freschi ed ElSha è anche un giocatore che non ha solo gamba e benzina, ma sa fare pure gol“. Anche se a volte è costretto alla panchina. “Ma questo perché abbiamo un solo attaccante, non c’era neanche Solbakken. A volte Stephan parte dalla panchina perché ho bisogno di soluzioni nuove. Alla fine ho pensato anche a Bayern-Psg, dove i tedeschi avevano in panca Gnabry, Manè e Sanè. lo non sono invidioso, ma lì un po’ di invidia ce l’ho avuta: a me ne sarebbe bastato uno per cambiare prima Dybala e magari vincere anche più nettamente“.
L’analisi insomma, una vittoria costruita a tavolino, con il lavoro e la mente. “Loro hanno avuto la palla, ci hanno creato problemi, il nostro merito è stata l’organizzazione, il sacrificio, l’empatia. Giocare contro il rombo a centrocampo è sempre difficile, quando non hai tanto palla serve mentalità. Come quella di Dybala, che è stato grande anche a livello difensivo. Ragazzi fantastici. La prossima è una settimana pericolosa, non dobbiamo andare a San Sebastian pensando che dopo c’è i] derby. Per me giocare con la Lazio, il Milano la Juve è lo stesso, ma questa città in tal senso è pericolosa“.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese