Le ho visto l’anima. Nei contrasti e negli anticipi di Smalling, perfetto e sempre più insostituibile. Nella costante presenza e nella maturità tattica di Matic. Nella prepotenza fisica di Mancini e Cristante. Negli strappi di El Shaarawy, gran gol il suo. Nelle ripetute corse a vuoto di Dybala che in più di un’occasione ha dovuto risparmiare sulla luce. E nei corpo-a-corpo e nelle sgroppate a testa bassa di Belotti. Addirittura nei 60 metri finali di Karsdorp, per la prima volta positivo e centrato. Ho visto l’anima della Roma di Mourinho, ne ho ascoltato il rumore per 96 minuti: quell’insistito, straordinario incoraggiamento dell’Olimpico che ha emozionato a più riprese Zenga, seconda voce di Sky (opinione personale, Walter è il miglior commentatore tecnico in circolazione per proprietà di linguaggio, competenza e capacità esplicativa, ma non diteglielo).
La Roma ieri è stata squadra, gruppo, forza: non ha permesso alla Real Sociedad di giocare il calcio che le è proprio e ha saputo colpire nei momenti giusti. Rui Patricio ha effettuato una mezza parata, osservato il pallone calciato da Kubo sbattere contro il palo e si è guadagnato la paga con un lancio lungo dietro l’altro. Attenzione, però: ho visto anche del gioco, uno stile, delle belle uscite rapide e precise, bellissima l’azione dell’1-0. Disagio, mai. Complicazioni, rarissime. E la Real Sociedad è roba seria.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni