A quattro giorni dalla dead line del 31 gennaio, quando in Regione è fissata l’ultima seduta della conferenza dei servizi che dovrà decidere se bocciare o approvare il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle, il Campidoglio è pronto a chiedere un rinvio. A giustificare la richiesta di una dilazione dei tempi, la necessità di «una verifica straordinaria sulla legalità degli atti varati dalla precedente amministrazione e che hanno incardinato l’iter dello stadio». Sarebbe questa la mossa studiata dalla giunta Raggi per tenere unite le anime del M5S, divise al momento in tre correnti: da una parte gli “ortodossi”, che vorrebbero cassare in toto l’operazione immobiliare sognata da James Pallotta e dal costruttore Luca Parnasi, in coerenza con la linea del «No alla speculazione» sbandierata prima sui banchi dell’opposizione e poi durante tutta la campagna elettorale; all’altro estremo c’è il contingente, piuttosto esiguo in verità, dei «turbo-stadisti», che pretenderebbero un taglio minimal (appena il 20%) alle cubature per negozi, uffici, alberghi e ristoranti. Nel mezzo ci sono gli «stadisti», vicini all’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, favorevoli solo alla realizzazione dell’impianto sportivo ma senza i tre grattacieli alti fino a 220 metri destinati agli uffici privati.
LA LEGGE – Quasi tutto il gruppo M5S (e buona parte della giunta) non sembra comunque disposto a derogare ai paletti del Piano regolatore generale, che per l’area di Tor di Valle consente al massimo un terzo delle cubature previste nel progetto dei privati e avallato dalla giunta Marino. Proprio per gli atti della passata amministrazione, la giunta Cinquestelle ora vorrebbe chiedere una «verifica straordinaria di legittimità». Ragiona un assessore: «Non c’è solo il tema delle cubature. Qui va fatto un ragionamento a tutto tondo: l’operazione si mantiene nell’ambito della legalità? I provvedimenti che hanno dato il via libera a questo progetto sono corretti e conformi alla legge e al Piano regolatore? È di questo che dovrebbe occuparsi la conferenza dei servizi».
LA VARIANTE PROTOCOLLATA – Interrogativi che il Campidoglio vorrebbe portare sul tavolo della Conferenza convocata dalla Regione per martedì prossimo. Una decisione che farebbe slittare il voto in giunta della variante per autorizzare la costruzione dell’«Ecomostro», come lo ha ribattezzato Legambiente; anche se proprio la settimana scorsa gli uffici del dipartimento Urbanistica, in assenza di indicazioni dagli organi politici del Comune, hanno protocollato una bozza di variante con i numeri della vecchia delibera varata da Marino nel 2014. Una bozza che però potrebbe rimanere nei cassetti di Palazzo Senatorio. Perché, spiega ancora l’assessore, «prima di qualunque decisione, bisogna accertare la legittimità complessiva di questa operazione», finita nel mirino di tutte le principali organizzazioni ambientaliste del Paese e stroncata anche dall’Istituto nazionale di Urbanistica, che ha puntato il dito proprio sulla sproporzione delle cubature: appena il 14% sarebbe destinato allo stadio, tutto il resto andrebbe ad opere private che con lo sport non c’entrano nulla.