Champions League, Mourinho, Matic, famiglia. Parole alla rinfusa o pezzi di un puzzle ancora da comporre che potrebbero influire e non poco sul futuro in giallorosso di Chris Smalling. La volontà del club è nota da tempo e le sta provando tutte per convincere il centrale inglese a prolungare la sua permanenza a Trigoria. Dall’altra l’ex Manchester United prende tempo, lavora, suda e gioca come sa fare, prendendo per mano i compagni in campo ma non ancora la penna per siglare il tanto atteso rinnovo.
I più disillusi rimarranno convinti che i rinnovi di contratto, soprattutto per i giocatori arrivati quasi al traguardo della loro carriera, si basano solo e unicamente sul lato economico. Non è di certo falso, un aspetto senza dubbio dominante in questi frangenti, tant’è che la Roma ha rivisto la sua iniziale proposta al difensore inglese presentando un’offerta biennale a 7 milioni totali, compresi bonus individuali e di squadra, mettendo sul piatto due milioni in più rispetto al primo approccio.
Ma le ambizioni del club possono giocare un loro importante ruolo in questa fase di riflessione dell’ex Mancester United: una Roma ancora vincente o una Roma tra le partecipanti alla prossima Champions League avrebbe senza dubbio la capacità di avvicinare Chris alla firma. (…)
Esiste una Roma con Mourinho e ne esiste un’altra senza di lui. E la permanenza del tecnico portoghese sulla panchina della Roma non è ovviamente un dettaglio di poco conto per chi sta riflettendo se legarsi ancora o meno al club giallorosso.
Lo Special One stravede per Smalling e con lui l’inglese ha ritrovato una continuità che aveva forse lasciato a Manchester: un lavoro di alimentazione e prevenzione degli infortuni che ha riconsegnato alla Roma un centrale di livello europeo, in grado di blindare la difesa e spesso di essere letale in attacco sul gioco aereo, con gol e assist.
Un asset, volendolo volgarmente definire così, che Tiago Pinto non vorrebbe perdere, consapevole del fatto che un potenziale sostituto di Smalling non andrebbe a guadagnare meno e che servirebbe una spesa ingente per portare a Trigoria un difensore di pari o superiore livello dell’inglese.
Pilastro insostituibile, punto di riferimento nello spogliatoio dove ha ormai legato con diversi compagni. In un contesto generale dove la sua famiglia, oltre quella creata da anni a Trigoria, si è perfettamente ambientata a Roma. Uno scenario dal quale staccarsi rischia di esser un passaggio delicato e complesso. Amato dai tifosi, considerato una sorta di “ministro della difesa”, stimato da tutti nel centro sportivo giallorosso, (…)
Arriverà poi il momento di scegliere, di ascoltare il cuore o di ragionare a mente fredda, di ascoltare proposte esterne o di prendere in mano la penna per siglare un nuovo matrimonio con la Roma. La permanenza di Matic e altri giocatori di livello non potranno far altro che incentivare l’inglese a rimanere, senza stravolgere la sua vita personale e professionale. (…)
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo