Il problema del razzismo negli stadi non è soltanto romano. Questa non può essere una consolazione. I club calcistici possono fare di più. Troppe volte ci si nasconde, con la scusa della tensione del momento agonistico, dietro a un «non ho sentito». Altre volte ci si accontenta di un comunicato di circostanza per prendere distanze che non sono mai davvero abbastanza lontane. Altre ancora non si fa assolutamente nulla e si aspetta che passi il tempo che cancella tutto.
Non vale nemmeno l’alibi della goliardia. Il mondo ha fatto enormi passi avanti sul piano della consapevolezza e del rispetto delle diversità. C’è anche chi vede nel calcio un utile «sfogatoio» del lato oscuro della mente umana: meglio lì che altrove. Se i razzisti dentro gli stadi sono davvero una minoranza, allora non sarà difficile combatterli e sconfiggerli. Ma se la maggioranza tace, allora, non sono più una minoranza.
FONTE: Il Corriere della Sera