È andata bene, com’è giusto che fosse, i ragazzi di Mourinho si sono messi in tasca tre punti d’oro per la corsa alla Champions League del prossimo anno recuperando punti sull’Inter che è stato fermato dalla Fiorentina.
Non si può dire la stessa cosa nei confronti di Lazio e Milan, che hanno battuto agevolmente il Monza e il Napoli (si proprio il Napoli dei record e dei miracoli, che doveva vincere solo due partite… e niente!) e hanno mantenuto invariate i distacchi. Sulla vittoria di ieri brilla, anzi scintilla, in modo sfolgorante il nome e il cognome di Gini Wjinaldum che finalmente sta facendo vedere tutto il suo potenziale enorme.
È chiaro, altresì, che fino a questo momento non si era visto per motivi indipendenti da lui, la rottura della tibia che gli ha procurato Felix (oggi alla Cremonese) lo ha tenuto lontano dai campi per oltre cinque mesi ma dal momento in cui è rientrato sta fornendo delle prestazioni ottime e, soprattutto, sempre in crescendo.
Questo dato è fondamentale per sperare di vedere, in questo finale di stagione, il fuoriclasse che i giallorossi hanno ingaggiato l’estate passata dal PSG ed era stato accolto con l’enorme entusiasmo che merita.
In realtà fin dalle primissime (ri) apparizioni, il centrocampista orange aveva dimostrato di essere tutta un’altra pasta rispetto agli altri; già nella disastrosa trasferta di Cremona, ad esempio, nei primissimi minuti sfiorò il gol e questa è un’altra, grandissima, caratteristica di questo giocatore. Wjinaldum è un centrocampista “box ti box” che copre in maniera eccellente ogni zona del campo e sa fare praticamente tutto.
Anche un osservatore meno attento può notare come in fase offensiva l’olandese funga da vero e proprio attaccante aggiunto, penetrando in area di rigore, ogniqualvolta la Roma costruisce un’azione offensiva ma la cose più importante è che questo atteggiamento non porta la squadra a sbilanciarsi, perché in fase di ripiegamento è il primo a tornare nella sua metà campo.
Oltre al gol ha colpito un palo su un “cioccolatino” servitogli da Matic e, sempre su assist meraviglioso del serbo, si è procurato il rigore del “Amen”. Il suo primo gol lo aveva trovato, circa un mese fa, contro il Sassuolo ma fu un gol inutile (non per lui, ma hai fini della squadra), triste perché la Roma aveva già la certezza di perderla quella partita, invece ieri sera per la prima volta è stato protagonista assoluto. Un bene per lui e per la Roma, che nelle pro partite potrà contare su un grande giocatore.
Invece chi da troppo tempo latita dalla casella del protagonista è Tammy Abraham: cosa è successo a questo ragazzo, che lo scorso anno era un trascinatore mentre ora si trascina a fatica, stancamente, nel rettangolo di gioco? Cosa lo ha portato a compiere un’involuzione del genere? Tralasciando il conto dei gol – che pure ha la sua importanza, dato che di mestiere Tammy fa il centravanti – quello che maggiormente preoccupa sono le presenze disastrose e prive di grinta. Lo scorso hanno aveva fatto innamorare i tifosi per i gol, certo, ma anche per la “vis pugnandi” che metteva sul piatto ogni volta che scendeva in campo.
La fotografia della differenza tra lo scorso anno e questo, l’abbiamo in un’occasione verso la fine del primo tempo, quando viene lanciato in profondità e un difensore lo sposta con una spallata; lui cade a terra e protesta fiaccamente per un rigore inesistente. Lo scorso anno Abraham si sarebbe mangiato il campo, avrebbe fatto a spallate col suo avversario diretto, anziché subirlo in maniera così passiva, e come ultima risorsa avrebbe tentato una spaccata per colpire il pallone. Purtroppo è tutto un altro giocatore. Che deve riprendersi il prima possibile, per sé stesso e per la Roma, che non può fare a me…
FONTE: Redazione Tuttoasroma – di Alessandro Nardi
https://tuttoasroma.it/ultime-notizie-as-roma/eventi/agenda-giallorossa-settimana-dal-5-al-10-aprile-2023/