“Possiamo vincere l’Europa League“. Un inciso passato quasi inosservato nel mare magnum dei complimenti fatti da Mourinho al Feyenoord. L’allenatore ha indicato il suo obiettivo europeo. La finale di Budapest si può fare, ma prima c’è superare l’ostacolo olandese. Quasi un anno dopo la notte di Tirana, Roma e Feyenoord si ritroveranno nuovamente contro. Allora c’era in ballo un trofeo, questa sera si giocherà “solamente” l’andata dei quarti di finale di Europa League, primo atto di una doppia sfida con vista semifinale.
Anno nuovo, ruggini vecchie. Per tutti, tranne che per l’allenatore portoghese. Che alla vigilia della gara ha voluto spegnere sul nascere qualsiasi tipo di confronto. Tecnico ed emozionale. In pieno stile Mou: “Io non sono capace di pensare al Feyenoord di Tirana. Sembra che per voi e per loro sia una cosa permanente. Per me no. È una storia finita. Io ogni giorno arrivo a Trigoria, vedo la Coppa e mi ricordo che abbiamo giocato contro di loro. E abbiamo vinto. Stop“.
Ormai il modus operandi di Mourinho è chiaro. Prima di ogni sfida di andata non tira fuori gli artigli, lasciando il proscenio agli avversari: “La Roma è una squadra umile con un allenatore umile, che cerca di studiare l’avversario il più possibile e cerca di preparare tutto e di prevedere l’imprevedibilità del gioco. Abbiamo analizzato tanto il Feyenoord e sappiamo quanto sia forte. Giochiamo con quello che abbiamo. E noi abbiamo equilibrio. Non siamo i più forti d’Italia né dell’Europa League, ma possiamo vincerla lo stesso“.
FONTE: La Repubblica – M. Juric