L’”effetto Mourinho” si propaga in città e lo si nota dalle massicce presenze allo stadio , dalla smisurata voglia di Roma che manda ogni giorno tifosi in fila per i biglietti. Stavolta è il turno del Leverkusen, tutti vogliono esserci. Mourinho piace perché non sbaglia una dichiarazione, perché intona i cori della Roma con i tifosi e piace perché ha riportato la possibilità di vincere.
Piace anche perché, lontano dalle telecamere, prende di petto il collega rivale del Feyenoord, Arne Slot, e gli ricorda di portare “rispetto, guardi il Napoli, ma dovresti guardare noi. Rispetto!”, il video finisce in mano ai social e accumula like, consensi, ma non ce n’era bisogno, già ha fatto il pieno da tempo.
Mou è tecnico e condottiero, uno straordinario capopopolo. Vincere non è l’unica cosa che conta, ma aiuta. E da queste partisi comincia a prendere gusto. Avere Mou significa arrivare in fondo (la Conference) o quanto meno pensare di poterlo fare (l’Europa League). Ed ecco perché tutti lo vogliono qui, ancora a lungo. Ma lui, tra una frustrazione e l’altra, un po’ ci pensa: in fondo, anche qui si può fare calcio ad alti livelli. Il suo legame con la Roma termina ufficialmente nel 2024, a fine stagione si tirerà una riga e si saprà.
Ad ora, l’obiettivo è tornare in Champions e oltre alla strada del campionato c’è pure l’occasione che passa dall’Europa League. E Mou sul tema Europa è un grande esperto. Parliamo di un tecnico che in totale, nelle coppe, ha giocato 223 partite, 151 solo in Champions League. Quella con il Leverkusen sarà la sua dodicesima semifinale, otto di Champions, due di Europa League, una di Conference e una di Coppa Uefa.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni