Scalo aeroportuale. Destinazione Leverkusen. Due passeggeri sono attesi al controllo bagagli: per Andrea Belotti e Tammy Abraham c’è l’obbligo di mettere in valigia dei gol pesanti, quelli che serviranno per conquistare la finalissima di Europa League a Budapest. I numeri della stagione ormai non possono esser cambiati o dimenticati, la media realizzativa di entrambi è stata altamente insufficiente, le prestazioni spesso generose ma poco incisive. Ma il calcio è bello perchè in grado di offrire delle occasioni imperdibili, un gol e una giocata sarebbero sufficienti per cambiare il senso di una stagione. (…)
Abraham sa come si fa, ce lo ha dimostrato nella passata stagione in Conference League contro il Leicester, quando il suo colpo di testa fece esplodere l’Olimpico e condusse la Roma verso la finalissima di Tirana. Ma l’attuale versione di Tammy è ben lontana da quell’implacabile bomber decisivo in campo europeo. In Serie A l’ultimo gol lontano dall’Olimpico risale a febbraio contro lo Spezia, mentre non segna in Europa League dalla trasferta di Helsinki, un altro colpo di testa vincente. Da quel momento in poi due assist e diverse prestazioni opache, lontane dal suo potenziale. (…)
La clamorosa occasione sbagliata al Dall’Ara, dopo l’assist al bacio di Solbakken, non è di certo il miglior biglietto di visita in vista della sfida cruciale contro il Bayer Leverkusen. Lo 0 nella casella dei gol siglati in campionato è un macigno che pesa nell’animo di Belotti, ma l’Europa può rappresentare anche per lui l’occasione per rinascere come una fenice. Un gol, potenzialmente il quarto dopo le reti con l’Helsinki, Betis e Salisburgo, può regalare al Gallo una notte da sogno.
Tutto dipenderà dalla presenza o meno di Dybala dal primo minuto alla BayArena, ma non è da escludere che Tammy e Belotti possano ritrovarsi ancora una volta uno vicino all’altro, a correre su ogni pallone, a lottare su ogni centimetro di campo, cercando di aiutare la squadra in ogni frazione di campo. Ma la generosità non può più essere il parametro di riferimento delle loro prestazioni, serve di più, servono i gol se di mestiere fai l’attaccante. Mourinho spera di poter raggiungere Budapest puntando sulla personalità del gruppo e sulla qualità dei singoli. (…)
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo
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