È una notte da lupi in Germania, una di quelle in cui bisogna proteggere il branco dopo aver vinto all’andata per 1-0. Una di quelle che può portarti nella storia del calcio italiano. Stasera alle 21 non ci saranno i 65 mila dell’Olimpico, non ci sarà il conforto di Roma. Si gioca a Leverkusen per la quinta finale della storia, la seconda di fila (non accade dal ’98 in serie A). La sesta per Mourinho che ha recuperato Smalling, Dybala ed El Shaarawy ma solo part time e quindi difficilmente tutti dal primo minuto.
«Sono tutti disponibili a parte Llorente, Karsdorp e Darboe, quindi possono giocare ma bisogna capire per quanto tempo. Bisogna gestire la gara e il puzzle del match che può durare 120 minuti», ha esordito Mou. Il tecnico sa di poter contare su un gruppo solido già in grado di sopperire alle assenze. Anche contro il Bayer di Alonso che all’andata non è riuscito a fare male alla Roma e che ora spera nella rimonta in uno stadio tutto esaurito. La Roma si coprirà con un centrocampo folto comandato da Matic, ma non rinuncerà al contropiede con gli strappi di Bove e Wijnaldum e magari col ritorno al gol di Abraham. Il vero dubbio è Smalling, con l’inglese in campo Cristante tornerebbe di nuovo a centrocampo.
Mourinho conosce il valore di una partita storica: «Può essere la mia sesta finale ma non mi interessa. Conta solo il presente e abbiamo il 50% di possibilità e il 25% di vincere la coppa. È pragmatismo, non scaramanzia. C’è ancora tanto da giocare, siamo solo al primo tempo contro una squadra forte. Voglio arrivare a Budapest non tanto per me quanto per i miei ragazzi e i tifosi straordinari della Roma. Sono diverso da qualche anno fa, oggi penso più agli altri che a me. Il mio futuro? Il focus è la partita è niente più, non ci penso proprio in questo momento. Siamo l’unica squadra rimasta in questa coppa che non è scesa dalla Champions e quindi avrei potuto dire che già siamo i vincitori di questa Coppa. Ma questa è solo teoria». Infine sulla gara di ritorno fuori casa: «Ci siamo già qualificati con la Real Sociedad non giocando in casa il ritorno. Certo che sarebbe stato meglio giocare all’OIimpico ma l’andata per noi era mentalmente più difficile». Xabi Alonso, invece, culla pensieri di rimonta: «Faremo tesoro della lezione d’andata, speriamo sia una notte da ricordare anche se la Roma è forte».
FONTE: Leggo – F. Balzani