Carlo Ancelotti lancia la Roma e José Mourinho. L’argomento Europa League e la finale tra Siviglia e Roma diventa un argomento quasi impossibile da dribblare. Inevitabile per chi ha sempre sperato di tornare un giorno a Trigoria nei panni di allenatore ma che, fino ad oggi, non è mai riuscito a coronare un piccolo sogno. Difficilmente riuscirà a farlo, almeno ascoltando le sue parole: «lo ancora per un po’ ci riprovo a vincere – dice – ma non per molto».
“Carletto” torna serio quando gli viene chiesto un giudizio tecnico sul Siviglia, appena affrontato (e battuto) con il suo Real Madrid. «Il Siviglia ha vissuto gli ultimi due mesi in maniera molto buona dopo aver trascorso un periodo difficile, era quasi in zona retrocessione ma da quando ha cambiato allenatore sta facendo bene. Gioca in maniera davvero organizzata», spiega il tecnico durante la serata organizzata al teatro Brancaccio per celebrare il 40° anniversario dello scudetto vinto dalla Roma nella stagione 1982/83. Nel corso dell’evento Ancelotti ha ricevuto l’omaggio dei club dei Friedkin, che gli hanno inviato una maglia personalizzata consegnata da Filippo Missori. Sembra essere lo Special One la garanzia più grande per i giallorossi: «La Roma ha le chance per cercare di fare la sua partita e provare a vincerla. In panchina c’è un tecnico molto esperto nelle finali e credo che la sua partita se la giocherà. Speriamo che vinca».
Non si sbottona invece Franco Tancredi. La prima preoccupazione è per le condizioni di Paulo Dybala: «C’è tanta differenza tra averlo a disposizione e disputare una finale senza l’elemento più forte della rosa. Spero soltanto che se dovesse scendere in campo, sarà nelle condizioni di essere realmente utile alla squadra. L’errore più grave sarebbe quello di schierare giocatori ancora non in forma, con il rischio di doverli sostituire dopo 20′ o un tempo di gioco». Nessun pronostico invece sull’esito della partita: «È una finale e può succedere di tutto. Mourinho le finali non le sbaglia ma anche il Siviglia ha sempre vinto quando ci è arrivato».
Ancelotti, Tancredi e tanti altri protagonisti dello storico scudetto vinto dalla squadra guidata da Nils Liedholm si sono ritrovati ieri al teatro Brancaccio per celebrare l’Anno d’oro per la Capitale. Il 1983. Oltre all’allenatore e all’ex portiere, presenti alcuni degli uomini che hanno scritto una delle pagine più belle della storia romanista: Bruno Conti, Ubaldo Righetti, Paolo Alberto Faccini, Michele Nappi, Claudio Valigi, Paolo Giovannelli e Odoacre Chierico. In rappresentanza della proprietà invece i figli del presidente Viola, Ettore e Riccardo. Presenti anche Luciano Tessari, storico vice di Liedholm, e il preparatore atletico Gaetano Colucci.
Ad omaggiare i campioni anche il presidente del Coni Giovanni Malagò. Inevitabile una battuta anche sulla sfida di Budapest: «Dicono che a Roma sia difficile vincere, farlo stavolta sarebbe una grande cosa. Se le italiane vincono prendiamo tanti punti, chi vuole bene al calcio deve pensare a questo».
FONTE: La Gazzetta dello Sport