Il bisogno di plusvalenze è tale da demolire ogni certezza progettuale. A 18 giorni dalla fatidica data del 30 giugno, la Roma ha incamerato soltanto 300.000 euro dalla cessione del giovane Providence. Il resto, quasi 32 milioni di euro, deve essere prodotto da altre partenze, altri sacrifici, tra i quali possono dolorosamente entrare anche i giovani talenti allevati a Trigoria.
Su uno, Cristian Volpato, è stata già fatta una scelta. La sua partenza è considerata tollerabile. E così emerge che nel recente meeting della scorsa settimana con l’ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali, Tiago Pinto abbia raggiunto un accordo per vendere il trequartista classe 2003 alla cifra non banale di 9 milioni. Volpato stesso era partito per Milano con l’idea di valutare il trasferimento. Ma poi tutto si è fermato. Evidentemente il ragazzo non è convinto di staccarsi dalla Roma. Una complicazione in più per chi deve racimolare denaro in fretta per rispettare i paletti del fair play finanziario Uefa.
E allora, aspettando di capire se il discorso Volpato potrà riaprirsi, attenzione agli altri “bambini” di Mourinho. Non solo Tahirovic e Missori, che si sono appena affacciati alla prima squadra. Ma anche Zalewski e Bove, che piacciono a mezza Serie A e pure all’estero. Avendo ancora stipendi relativamente bassi – Bove guadagna 350.000 euro, Zalewski meno del doppio – sono obiettivi sostenibili per tutti i club, anche perché rappresentano investimenti sicuri. Quanti 2002 ci sono in Italia già pronti per qualunque evenienza? La questione è chiara anche per la Roma, che infatti spera di non dover ricorrere alla benzina verde per innaffiare il bilancio. Purtroppo il gravissimo infortunio di Tammy Abraham, che era già stato promesso all’Aston Villa, è stata una mazzata economica e tecnica molto complessa da assorbire.
Ibanez intanto ai media brasiliani ha parlato di Mourinho, cercato anche dalla Seleçao per il ruolo di ct: “Ritrovarlo in Nazionale sarebbe molto gratificante. È un ottimo allenatore, una persona molto speciale che mi ha aiutato molto ad evolvere nella mia carriera. Tutto quello che dico su di lui non basterà a spiegare quanto sia bravo. Non c’è da stupirsi che sia lo “Special One”. Ho imparato molto ogni anno qui in Italia e spero di continuare a migliorare molto. Il mio obiettivo non è fermarmi qui”.