Fumata nera, come era nelle previsioni. Le prime offerte per i diritti tv in merito ai prossimi campionati di calcio (a partire dal 2024) sono state inferiori al minimo stabilito del miliardo e centocinquanta milioni fissato dalla Lega Serie A e restano così senza assegnatari. Alla corsa hanno partecipato Rai, Sky, Dazn, Amazon, Discovery e Paramount (fresco sponsor di maglia dell’Inter dopo l’addio a DigitalBits), che adesso prenderanno parte alla seconda fase. L’iter, infatti, prevede che la Lega inizi a trattare con le singole piattaforme in trattative private che inizieranno il prossimo 26 giugno. Le offerte insufficienti non sono state comunque una doccia fredda per la Lega, che immaginava un esito negativo al primo step. Ora, via come detto alla fase 2, alla quale dovrebbero prendere parte però solamente Sky e Dazn, con Mediaset (in corsa solo per una partita in chiaro a giornata), con Rai e Amazon che si sono defilate dalla corsa. Infatti nelle buste aperte durante l’assemblea in via Rossellini, Amazon non aveva inserito alcuna offerta, segnale evidente di volersi fare da parte, almeno per ora.
Al termine della giornata di lavori, la Lega Serie A ha diramato un comunicato nel quale precisa «di aver ricevuto offerte per i diversi pacchetti da parte di soli tre broadcaster, che si è deciso all’unanimità di non accettare». Nello statement si legge poi che «qualora le trattative private non andassero a buon fine, la Lega procederà nell’assemblea del 27 giugno all’apertura delle offerte ricevute da parte di sei soggetti nell’ambito dell’invito a presentare proposte per la commercializzazione e distribuzione del canale Serie A, cui seguirà una fase di trattativa». Prende quindi forza l’ipotesi di un nuovo modo di vedere le partite della massima divisione di calcio italiano, direttamente cioè su un canale che farebbe riferimento diretto alla Lega. Strada che da qualche mese si sta riproponendo con forza nel panorama calcistico italiano. Se ciò dovesse davvero divenire realtà, sarebbe una svolta epocale che rivoluzionerebbe il rapporto tra i tifosi e il calcio in tv.
FONTE: Il Tempo – M. Vitelli