Un film sul calcio è una sfida per qualsiasi regista. Bisogna avere una visione che vada oltre il racconto didascalico e soprattutto tanto, tantissimo coraggio. Due caratteristiche che di certo hanno i Manetti bros, che hanno finalmente realizzato due sogni: fare un film sul loro sport preferito, con quella quota di azione che declina da sempre il loro cinema, e raccontare Palmi, il paese della Calabria in cui hanno trascorso ogni estate. Grazie anche al contributo della Calabria Film Commission, sono ora in corso le riprese di U.S. Palmese, che avrà come protagonista Rocco Papaleo. L’attore lucano appare per la prima volta nel film con in mano una Gazzetta dello Sport, da cui prende spunto per un’idea solo apparentemente folle: da tifoso propone di ingaggiare nella squadra di casa un campione escluso dal Milan per il pessimo carattere e pagargli l’ingaggio con una colletta tra tutti gli abitanti di Palmi. Ci riuscirà, altro non si può dire.
Papaleo, “U.S. Palmese” unisce le sue grandi passioni? “Sì, il cinema e il calcio. Tra l’altro un calcio di provincia, che conosco bene visto che ho giocato a livello agonistico, arrivando in prima categoria con il Lauria. Certo, sappiamo tutti quanto sia rischioso girare film un sul pallone, ma i Manetti ci possono riuscire: sono un paese esotico del nostro cinema, sono diversi da tutto, sono quelli giusti anche per la loro idea favolistica del cinema. Sono certo che troveranno lo sguardo giusto per restituire l’emozione della partita”.
In che ruolo giocava? “Ero un falso nueve, un antesignano di Baggio, Totti, Zidane, ovviamente a un altro livello… Oggi ci sono Messi e Dybala a dare un senso a quel ruolo, quello dell’uomo che spariglia, un po’ anarchico, il mio preferito anche da fruitore di calcio”.
Il calcio di oggi le piace? “Quando sento dire che contano solo i soldi scuoto la testa, mi piace pensare che non sia così, altrimenti verrebbe meno tutta la mia passione. È chiaro che ci sia stata una deriva verso la potenza economica, però la poesia del gesto sportivo resta e fa la differenza. Avete visto il gol di Romero al Mondiale Under 20? Alla depravazione economica, gli agenti che lucrano, le plusvalenze fasulle, i punti di penalizzazione, le polemiche, risponde questo ragazzetto che fa partire un tiro che è come la pennellata di un pittore. Io che lo guardo vedo una piccola opera d’arte e dimentico quello che c’è dietro“.
Oggi chi è per lei il giocatore più poetico nel senso che mi ha descritto? “In questo momento non posso che dire Dybala. Se penso al mondo sono ancora legato a Messi, è il giocatore che mi ha emozionato di più negli ultimi anni. Anche se sono stato e resto un Tottiano convinto“.
Papaleo ci spiega il suo tifo per la Roma? “Da ragazzo ero interista, poi sono venuto nella Capitale per la scuola di recitazione e le cattive compagnie, una su tutte, Valerio Mastandrea, mi hanno fatto appassionare alla Roma. La chiave però è stata l’Europeo del 2000: quel cucchiaio ironico e strafottente di Totti mi ha rapito e mi sono infognato nel romanismo, Non riesco a venirne fuori“.
Della Roma oggi cosa pensa? “È importante sia rimasto Mourinho, lui ha la garra, riesce a tirare fuori il meglio da tutti. A Roma poi ha dimostrato di essere cambiato, mi sembra sia passato dalla parte dei più deboli. Questa capacità di aggregare mi fa pensare che sia diventato più… di sinistra! Sta dalla parte del popolo e non più da quella delle grandi potenze. Ha fatto bene a rimanere, pronto a lottare. Essere arrivati per due anni consecutivi in una finale europea con quello spirito, tutti in trincea, a uno che non deve più chiedere tanto dalla vita può affascinare davvero“.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – E. Esposito