“Di giorno sono al mare e magari il telefono non prende. Mi chiami alle 20 e chiacchieriamo un po’”. Chi mastica i ritmi di lavorazione del quotidiano sa che le otto di sera non sono l’orario ideale per un’intervista. Basta un intoppo e si rischia di avere due pagine bianche poco prima della stampa. Nessun pericolo stavolta: oltre a essere un’ottima mezzala e un aspirante campione, Davide Frattesi è un ragazzo serio. E due ore prima dell’appuntamento manda un messaggio con un nuovo numero: “Il mio telefono è quasi scarico, sentiamoci qui”. Capito il tipo? Generatore automatico di battute divertenti, sempre pronto allo е scherzo e al sorriso, il centrocampista del Sassuolo è pure molto rispettoso di tutto quanto riguarda la sua professione e delle persone con cui si rapporta. Chi lo prende fa un affare.
Davide, controlla spesso il telefono in questi giorni? “Mica tanto. Ho chiesto al mio procuratore Riso di avvisarmi solo quando è quasi tutto fatto e così mi sono condannato all’autodistruzione. Lui è ermetico. I suoi collaboratori sono terrorizzati da Riso e non mi dicono nulla. Meno male che c’è mia nonna Stefania: ogni giorno mi manda la rassegna stampa fatta da lei fantastica”.
Che effetto le fa leggere del derby di mercato tra Inter e Milan per lei? E ci sarebbe anche la Juve. Le tre grandi storiche del nostro calcio vogliono Frattesi… “E’ una bella sensazione, non posso negarlo. Però adesso sono un po’ ansioso: vorrei che si definisse la situazione. E penso a mio nonno Carmine, che leggeva i giornali, amava il calcio e oggi sarebbe tanto felice”.
Comprenderà che non posso chiederle com’è il mare a Ibiza. Quindi… Inter in vantaggio? “Ahahah… Lei però comprenderà che stavolta non posso essere senza filtri come nelle altre interviste. Non sarebbe corretto indicare una squadra perché le trattative possono morire all’improvviso. Però cercherò di essere estremamente sincero: io ho scelto la squadra. E sono sicuro che il mio procuratore troverà il modo di accontentarmi, altrimenti lo mando… al mare. Però sento che ci sono altre società interessate a me”.
La prima discriminante della sua scelta qual è? “Il ruolo: io sono una mezzala e voglio essere sfruttato per le mie caratteristiche. Credo sia normale. A lei piace scrivere: se le propongono di presentare una trasmissione in tv magari ci pensa, ma poi cerca di continuare a scrivere. Ecco, per me il concetto è lo stesso”.
All’Inter troverebbe Barella, entrambi preferite il centro destra. Sarebbe un problema? “No, assolutamente. lo posso partire da sinistra, così quando mi accentro calcio con il piede buono. Che con l’altro a volte faccio dei danni”.
Non la spaventerebbe la concorrenza interna? “No, mi condizionerebbe in modo positivo: quando devo dimostrare qualcosa, riesco a dare di più“.
La Champions, che farebbe con le milanesi ma non con la Juve, incide nella scelta? “Ci penso, la vorrei giocare, ma non è la prima cosa: conta di più il progetto. Così come non cambia andare in una squadra pronta per vincere o da ricostruire: sarei carico allo stesso modo. A 23 anni è il momento di prendermi certe responsabilità”.
La cessione di Tonali ha aperto all’improvviso il canale con il Milan, che cerca un grande centrocampista, e anche dall’estero non sono mancate offerte da parte sua c’è una chiusura? “Posso soltanto dirle quello che ho garantito a Giovanni Carnevali. Se arrivano offerte irrinunciabili, le ascoltiamo. Irrinunciabili eh”.
Il 4-2-3-1 non è l’ideale per le sue caratteristiche… “Nel Sassuolo il primo anno l’ho interpretato con buoni risultati, grazie a Dionisi. Però resta il fatto che a tre posso dare di più”.
Marchisio l’ha pubblicamente invitata alla Juve. Carnevali ha incontrato i dirigenti bianconeri. Per quella maglia sarebbe in ballottaggio con Milinkovic: sensazioni? “Marchisio è di parte, siamo amici. Sa che abbiamo la stessa paura dell’aereo? Nel volo per Ibiza, ho fatto un salto in cabina di pilotaggio per chiedere se erano previste turbolenze… In quanto a Milinkovic, beh, è uno dei più grandi. Ha più talento di me, ma se sono in ballottaggio con lui significa che il lavoro ti porta in alto. E io lavoro come un asino, ho una fame incredibile”.
Il suo amico Scamacca potrebbe andare alla Roma. Lei ascolta ancora le sirene tentatrici dalla Capitale?
“No, ho imparato a ragionare con il cervello. Cerco di essere più lucido nelle scelte e nella gestione delle emozioni”.
Un anno fa voleva scappare da Sassuolo. Ha fatto bene a restare? “Sì, senza dubbio. Ho tantissima riconoscenza per questo club: lo porterò sempre nel cuore. Adesso sono pronto per andare. Dionisi è stato molto importante per la mia crescita. Lui e la società mi hanno capito e aspettato per riportarmi sulla retta via. Ci sono momenti nella vita che ti forgiano di più: per me uno di questi momenti è arrivato l’estate scorsa”.
Ha appena segnato il primo gol in Nazionale… “Non pensavo nemmeno di giocare. Ho fatto un bel pisolo dalle 14 alle 17. Sono andato alla riunione tecnica mezzo rimbambito, poi . Mancini ha fatto il mio nome e mi sono dovuto svegliare in fretta. E’ stato bello, mi sono accorto di poter stare in Nazionale. Mi sono sentito uno del gruppo, ho legato con Verratti che è un ragazzo d’oro. C’era l’atmosfera giusta“.
Con chi si sfoga nell’attesa del trasferimento? “Di solito con papà e zio: sanno calmarmi. Io in realtà cerco di tenermi tutto dentro. L’anno scorso la mia fidanzata è stata un angelo. lo ero intrattabile”.
Davide, lo sa che con la maglia di un top club se si sbaglia una partita piovono le critiche? “È questo il bello. Voglio fare il massimo dalla prima all’ultima gara. Nonno Carmine andava a vedere tutte le partite del piccolo Davide, faceva le pagelle e le attaccava sulla porta di casa. Chissà come sarà contento. lassù”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – G.B. Olivero