Alvaro Morata deve aspettare, la Roma pure. Soltanto i Friedkin, con una delle loro mosse spettacolari, possono accorciare l’attesa e disinnescare l’impasse. Cosa è cambiato rispetto a ieri? Qualcosa perché Tiago Pinto, come già sapevamo, ha ricevuto a Trigoria il procuratore di Morata, Juanma Lopez.
Non c’era bisogno di parlare del contratto, perché quello era già stato in sostanza sistemato, ma la Roma intendeva capire la portata dell’investimento da indirizzare all’Atletico Madrid. E su quel nodo Tiago Pinto si è fermato, chiedendo tempo: deve parlarne ai padroni, deve avere l’autorizzazione ad alzare l’asticella.
Il problema è che Andrea Berta, direttore italiano dell’Atletico, si è reso conto di quello che sta accadendo. E non ha ancora depositato il rinnovo del contratto di Morata fino al 2026 che abbassa la cifra della “clausola” – la chiamiamo così anche se di fatto è un accordo tra galantuomini – da 22 a 12 milioni. Alla prima cifra la Roma non può arrivare, alla seconda con una certa fatica sì. Questo perché José Mourinho, regista occulto di tutti gli affari principali conclusi negli ultimi due anni, si è speso in prima persona con il giocatore, supportato dall’amico fraterno Dybala, strappandogli una promessa: “Io voglio venire alla Roma, è la mia priorità, se la Roma mi prende io sono pronto”.
Ma nel frattempo, in un mondo di professionisti qualificati, il signor Lopez ha preso atto della frenata di Tiago Pinto e ha dato appuntamento all’Inter a Milano. Oggi. Marotta e Ausilio a loro volta studiano l’opzione Morata dopo essere stati mollati da Lukaku. Non è la prima scelta ma può diventarlo se il panorama internazionale rendesse impossibile l’acquisto di un centravanti di livello.
E allora attenzione, lo scenario diventa complesso: chi ha il pane non ha i denti e viceversa, come da vecchio adagio. La sensazione quindi è che la questione non si sbloccherà nel giro di poche ore: chi immaginava lo sbarco di Morata in Portogallo, dove la Roma si trasferirà sabato prossimo, potrebbe restare deluso. E i tifosi cominciano a temere che, come è stato perso Frattesi, evaporerà anche Morata spinto dalla convenienza verso l’Inter.
Il problema è di liquidità, inutile nasconderlo. Come mostra la classifica pubblicata dal sito specializzato Transfermarkt, la Roma è l’unica squadra di Serie A a non aver speso neanche un euro per i cartellini in questa estate di mercato: i tre volti nuovi sono arrivati a parametro zero (Aouar e N’Dicka) o in prestito (Kristensen).
Senza denaro è difficile ingaggiare un grande attaccante. E Pinto se ne era già accorto quando aveva provato a prendere Scamacca dal West Ham: in leasing annuale non si sposterà. Insomma tocca ai Friedkin progettare un sacrificio finanziario che potrà essere compensato – tra plusvalenze e ingaggi – dalle cessioni programmate di Ibañez e Karsdorp.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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