Il sorpasso c’è stato. E ora, su Morata, non si può far altro che attendere. Perché se l’Inter (o la Juventus) affondano il colpo, per la Roma ci sarà poco da fare. I ventuno milioni richiesti dall’Atletico Madrid, ingolosito dalla possibile asta, sono tanti. Quindici pure. L’Inter li ha offerti ma in tre anni: non bastano. E per la Roma c’è anche il problema legato all’ingaggio con quei 6,5 milioni più 2,5 di bonus a fare la differenza sino al prossimo giugno, quando poi lo stipendio sulla base fissa scenderà (prima a 5,5 e poi a 4,5) ma con i soliti premi pronti a riportarlo in quota. Così ad oggi, Pinto si guarda intorno.
Il nome che è tornato in auge è quello di Scamacca. E questo perché il West Ham sta entrando nell’ordine di idee di iniziare una trattativa con la Roma. Non certo sulla formula del prestito secco ma a Trigoria sono pronti ad avanzare una proposta in prestito con riscatto obbligatorio condizionato alla prossima qualificazione in Champions. A Londra ci stanno pensando. E non è un semplice modo di dire se gli Hammers stanno stringendo per un altro attaccante.
Si tratta di Armando Broja (non portato da Pochettino in tournée), già seguito da Moyes la scorsa estate prima di prendere l’ex Sassuolo. L’albanese si unirebbe a Antonio, Ings e… Scamacca. Quattro prime punte anche per l’opulenta Premier sono troppe. Un chiaro segnale di come Scamacca, al di là delle dichiarazioni pubbliche, non sia così incedibile. La volontà del ragazzo, che ha già un accordo con la Roma, farebbe il resto.
Come al solito ci vorrà pazienza. Perché convincere un club che soltanto 12 mesi fa ha speso 36 milioni (più 6 di bonus) a non monetizzare subito una cessione non è semplice. Ma il West Ham è la stessa società che ha incassato nei giorni scorsi 106 milioni per Rice. Della serie, la liquidità non manca. L’obiettivo di Pinto è quello di rimandare l’esborso per l’acquisto alla prossima stagione quando il rientro di Abraham, potrebbe garantire un incasso. Non è un mistero che Tammy fosse l’indiziato numero uno, prima dell’infortunio, a sovvenzionare il mercato estivo. Il suo ko è stato un dramma: sia sportivo che umano, senza però lasciare l’aspetto finanziario.
Ora, stretto nei paletti del Settlement Agreement, il gm sta cercando di regalare comunque un centravanti di livello a Mourinho. Morata rimane il preferito dal tecnico che tuttavia ha dato il suo ok anche al romano. Anche perché i conti che si stanno facendo a Trigoria sono semplici: il contratto quinquennale sottoscritto dal ragazzo, fa sì che il costo dell’operazione con il Sassuolo sia già a bilancio a quota 28,8 milioni. Se la Roma riuscisse a prenderlo in prestito, facendo slittare il riscatto al 2024, il prossimo anno da 21,6 milioni in su, tutto per gli Hammers rappresenterebbe una plusvalenza.
Operazione che resta difficile. Ma la virata decisa del club londinese su Broja non può non essere interpretata come un segnale positivo per la Roma. Per Pinto, Scamacca ha sempre rappresentato per età, stipendio e possibilità di ammortizzare la spesa negli anni, l’operazione migliore. Soprattutto sostenibile. Più problematica a livello di costi quella di Morata che ora è ferma dopo l’accelerazione dell’Inter. Il problema della scarsa liquidità del club (che sinora ha preso due parametri zero e un prestito secco) continua ad essere tema di dibattito in città. L’accordo con la Uefa è rigidissimo e i Friedkin intendono rispettarlo, senza deroghe.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina
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