Il futuro che conta, in fondo, non passa attraverso le lune di Mourinho, l’ispirazione di Dybala o le reti di Lukaku. C’è bisogno di altro. Anzi, di molto di più: uno stadio di proprietà che consenta alla Roma di eliminare il gap con le grandi, o quantomeno di non renderlo invalicabile. Ieri è andata in scena la presentazione e la prima seduta del Dibattito Pubblico (gestito da Nomisma) voluto dall’amministrazione sul tema, che il sindaco Roberto Gualtieri ha santificato così: «Abbiamo accolto bene la volontà di fare lo stadio – ha spiegato – . Un pezzo di strada è stato già fatto. Il tavolo tecnico conoscerà il dibattito pubblico dopo il quale ci sarà poi una gara e l’apertura del cantiere. Stiamo rispettando i tempi. L’impegno della società è molto forte. L’obiettivo, compatibilmente con la tabella di marcia, è di realizzarlo per il 2027». Viabilità, trasporti e impatto ambientale sono i principali nodi che i tavoli tecnici in corso fra la Roma e il Comune stanno cercando di scegliere, alla luce delle prescrizioni avanzate dall’amministrazione per concedere il Pubblico Interesse, tra l’altro da confermare in aula dopo la presentazione del progetto. Il fatto che nell’area graviti l’ospedale Pertini, infatti, non agevola alcune soluzioni.
Altro punto controverso è legato agli espropri – a carico della Roma – il cui bilancio ci sarà non appena si deciderà il posizionamento definitivo dello stadio. «A Pietralata c’è un’area 200 mila metri quadri, e di questi solo 2.500 metri non sono di Roma Capitale, l’1%, e che quindi andranno espropriati – replica l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia –. Ci sono circa 250 particelle e 244 sono del Comune: di queste, solo in 4 stiamo completando le trascrizioni ed è già stato corrisposto il dovuto. I ricorsi al Tar non rallenteranno il piano».
Ieri era rappresentato anche lo studio Populous di Londra, che sta lavorando al disegno. Una cosa è certa: i Friedkin vogliono accelerare e per farlo ha fatto incontrare anche i suoi dirigenti con Salvini, ministro per le Infrastrutture.
La proprietà cerca ricavi ed è per questo che spinge anche per avere il main sponsor, per cui tratta sia con American Airlines che con Turkish Airines. Nulla però è comparabile con quello che potrà portare lo stadio, con introiti a regime da 70 milioni a stagione. Per questo a finanziare l’opera saranno Bank of America e JP Morgan, che sperano come già alla fine del 2024 possa essere posta la prima pietra. Certo, c’è ancora da lavorare, ma la Roma ci conta.
FONTE: La Gazzetta dello Sport
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