Indispettito dalle questioni contrattuali. Escluso per scelta tecnica. Derubricato da indispensabile a importante. Il risultato di tre situazioni negative è stato il peggior Manolas mai visto a Roma, quello che barcollava contro il Cesena in Coppa Italia. Che succede, Kostas? «Ci farà vedere di essere un leader» assicurava Spalletti alla vigilia della partita infrasettimanale che invece ha certificato lo stato di crisi. Ora si prospetta un test molto più complicato, la partita di martedì contro la Fiorentina, che lo obbligherà a giocare di nuovo titolare (salvo sorprese tecniche) con la pressione di chi sente la terra rovente sotto ai piedi.
NERVOSISMO – Manolas cercherà di riscattarsi subito, comportandosi da professionista come ha sempre fatto dall’inizio di una stagione che forse avrebbe immaginato di cominciare altrove. Ma la sua agitazione, determinata da una promessa non mantenuta, è nota da tempo: Sabatini gli aveva anticipato un aumento di stipendio e quindi una rivisitazione del contratto che poi la Roma non ha potuto effettuare, soprattutto a causa della mancata partecipazione alla Champions League. In estate ne ha parlato a Spalletti e ai dirigenti, che gli hanno spiegato la situazione: non ti vendiamo quest’estate, per non dividere il ricavato con l’Olympiacos, se ne riparla l’anno prossimo. Da qui il nervosismo mostrato anche a Genova, domenica, quando dopo una partita passata integralmente in panchina (tifando peraltro con passione per i compagni) ha avuto un confronto fuori dagli spogliatoi con il direttore sportivo Massara.
CONCORDIA – Piano piano, le parti si stanno allineando nelle intenzioni. Manolas ha capito che a giugno con buone probabilità andrà via e la Roma ha accettato di buon grado l’idea di venderlo. Purché arrivi un’offerta soddisfacente, chiaro, che aiuti il bilancio a ritrovare l’equilibrio. L’Inter sembra avanti rispetto alla concorrenza internazionale in questo momento. Ma prima di arrivare alla separazione, e quindi al trasferimento, è interesse comune concludere con profitto la stagione: se Manolas gioca da grande difensore, manterrà valore sul mercato e diventerà un asset prezioso da utilizzare in estate.
SCELTE – Manolas l’anno scorso voleva andare via, o comunque spingere la Roma a trattenerlo con un incremento salariale. Adesso invece è la Roma, recuperato Rüdiger e scoperto Fazio, a non considerarlo più un giocatore essenziale. Non è sfuggito all’entourage del giocatore, sempre molto attivo dalla Grecia e non solo, che la società non abbia mai escluso una cessione già a gennaio. La Roma ha semplicemente chiarito che nessuno si fosse fatto avanti con un’offerta degna di essere esaminata. In caso contrario, forse, l’addio di Manolas sarebbe stato addirittura anticipato. E’ la legge del mercato e soprattutto del fair play finanziario: non esistono incedibili. Tanto più dopo che è saltata la cessione di Gerson al Lilla (affare da 18 milioni!) e non si è trovato un amatore per Paredes, che nei progetti di Ricky Massara avrebbe prodotto ricavi per 25 milioni.