Mancava una pagina in più, tanto per rendere tutto ancora più intricato. È arrivata ieri, direttamente dal Belgio, dove Romelu Lukaku è in ritiro con la sua nazionale per preparare la partita di domani in casa dell’Austria, a Vienna. E dove il gigante romanista è tornato sull’estate più calda della sua vita. Quella dove si è promesso prima all’Inter e poi alla Juventus, per sbarcare infine a Roma.
Una triangolazione che ha lasciato di stucco in tanti, ad iniziare dai club coinvolti. Ma su cui Lukaku è voluto tornare così: “La maggior parte delle persone qui mi conosce – parlando con i giornalisti belgi –. Parlerò a tempo debito, al momento giusto. L’estate scorsa non mi sono mai preoccupato che le cose non potessero andare bene, ma in tanti hanno parlato al posto mio. E se dicessi davvero come è andata, tutti rimarrebbero scioccati”.
Lukaku torna anche sulla finale di Champions League giocata dall’Inter a Istanbul e persa contro il Manchester City per 1-0. “I primi giorni dopo Istanbul mi sentivo un po’ a disagio, a causa della sconfitta e delle occasioni sprecate. Ma la mia mente era fuori posto per quello che era successo nei giorni precedenti. E di questo parlerò più avanti». Già, ma perché? «Cinque anni fa sarei potuto esplodere, adesso non spreco energie per questo. Venivo da una stagione difficile: tanti infortuni, un Mondiale drammatico. Ma nonostante avessi segnato tanti gol ho iniziato molte partite in panchina. Non è stato un periodo facile. Avrei potuto dire a qualcuno che sarei andato in un certo club, ma non aveva senso».
Insomma, Lukaku fa intendere che alla fine della scorsa stagione aveva già maturato l’idea di lasciare l’Inter. Poi è arrivata la lunga trattativa con la Juve, la proposta dell’Al Hilal (“Un grande club, nei prossimi anni il campionato arabo sarà uno dei più grandi. Ma ho fatto una scelta personale, ho preferito restare in Europa”) e la firma con la Roma: “Con i giallorossi mi sono trovato subito bene, fin dall’inizio della trattativa. Devo ringraziare Nainggolan per il contatto con il club, mi ha informato molto bene sulla Roma e sui suoi tifosi. E prima di firmare ho parlato spesso con Mourinho. Sono come LeBron James, gioca da tanti anni e ha dovuto sopportare molte cose. Ma ogni estate lavora duro e smentisce tutti. Anche io rispondo sul campo. E ora sono concentrato sulla Roma e sul Belgio”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport
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