Una partenza del genere, a Roma, non si vedeva dai tempi di Gabriel Omar Batistuta: con i suoi 7 gol nelle prime 8 partite in giallorosso, Romelu Lukaku è alle spalle del solo Re Leone per quanto riguarda i migliori impatti degli attaccanti nell’era dei tre punti. L’argentino, nell’autunno del 2000, mise a referto addirittura 9 reti in 7 partite, con una tripletta (al Brescia) e due doppiette (contro Lecce e Verona); dopo di lui nessuno – neppure Dzeko, Salah o Abraham – è riuscito a fare qualcosa di simile.
Ci si è avvicinato Big Rom, che fin dalla sua prima partita da titolare ha mostrato la sua straordinaria vena realizzativa. E se, come qualcuno potrebbe obiettare, il gol del momentaneo 6-0 con l’Empoli è servito soltanto per le statistiche, quelli contro lo Sheriff Tiraspol, il Torino, il Frosinone, il Servette e il Cagliari hanno avuto un peso ben maggiore nell’economia degli incontri.
I numeri del centravanti belga sono ottimi non soltanto in termini di gol (che in ogni caso restano la cosa più importante per un attaccante, checché se ne dica), ma anche per quanto riguarda i tiri effettuati e gli expected goals, vale a dire i gol attesi sulla base di quanto prodotto. Andando ad analizzare il solo campionato, in cinque partite Lukaku ha effettuato 14 tiri totali, facendo registrare 2.5 xG, per una media di xG per tiro di 0.17.
Quelle 14 conclusioni verso lo specchio avversario, però, hanno portato 5 reti, fruttando quindi ben più di quanto le statistiche attese suggerirebbero. Insomma, la spietata freddezza mostrata fin qui dall’ex Inter e Chelsea, capace in alcune circostanze di inventarsi letteralmente dei gol dal nulla, sta facendo finora la differenza. E i dati lo dimostrano anche mettendo Big Rom a confronto con gli altri bomber del nostro campionato.
Attualmente, Lautaro Martinez è fuori classifica: i 10 gol (4 dei quali sono arrivati nella vittoria contro la Salernitana del 30 settembre) messi a segno dal “Toro” nelle 8 presenze nella Serie A 2023-24 fanno sì che l’argentino abbia una media-gol per partita di 1,25. Non solo: con 636’ complessivi in campionato, il centravanti interista segna in media una rete ogni 64’. (…)
Tenendo come riferimento la media-gol per partita, al secondo posto c’è proprio Romelu Lukaku, che con 5 reti in 6 presenze segna 0.83 centri per presenza, in media ogni 93’. Ha la stessa media-gol per minuti giocati di Arek Milik, che però ha disputato 186’ e segnato soltanto 2 reti. Il nostro numero 90 precede persino Victor Osimhen (8 presenze e 6 gol, in media uno ogni 104’) e Dusan Vlahovic (4 centri in 6 partite, media di 0,67 gol per gara). (…)
Tra i primi venti di questa speciale classifica figurano anche altri due giallorossi. Il primo è il Gallo Belotti, rinato dopo un campionato (quello scorso) in cui era rimasto al palo: per lui 3 gol in 7 presenze, media-gol per partita di 0,43 e una rete ogni 132’. Non male, per uno che sulla carta dovrebbe essere il vice di Lukaku, ma che – tra gli infortuni altrui e il buon rendimento – si sta via via ritagliando uno spazio importante. Il secondo è Paulo Dybala, autore di una doppietta nel 7-0 con l’Empoli: con 2 gol in 6 partite, 442’ totali e una media-gol per partita di 0,33, la “Joya” è diciottesimo.
Potrebbe anche essere un caso, fatto sta che con Lukaku in campo dal 1’ la Roma ha perso soltanto a Marassi, in un gara che fa storia a sé per come è maturata. Nelle altre sei partite giocate con Lukaku dall’inizio sono arrivate cinque vittorie e un pareggio tra campionato ed Europa League. Il cambio di passo garantito dal belga (che oggi alle 20.45 scende in campo contro l’Austria a Vienna) è evidente: Big Rom ti mette le ali.
FONTE: Il Romanista – L. Latini
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