Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. Fischi sì, e tanti, ma fischietti invece no. L’ha deciso il Questore di Milano che il «bentornato» a San Siro di Romelu Lukaku non avrebbe superato la soglia dei decibel normalmente consentito e tollerato. E così di fischietti annunciati e temuti ce ne sarà uno, quello di Maresca che dirigerà la sfida in campo, per il resto San Siro dovrà stimolare i propri polmoni per rendere impossibile il pomeriggio del centravanti giallorosso. La decisione presa dal dott. Petronzi, dopo un reclamo presentato dal club giallorosso, è andata nella direzione della regolarità dello svolgimento della gara.
Furiosa è stata la reazione della Curva Nord nerazzurra che ha definito tale vicenda un vero e proprio abuso: «La legge non è uguale per tutti», il messaggio postato sul profilo dei gruppi organizzati su Instagram. La resa dei conti, attesa per 116 giorni (dal 5 luglio, il giorno dell’uscita dei calendari) il ritorno a Milano del “traditore”, dell’uomo senza onore, del campione tanto amato che, adesso, è diventato il primo dei nemici, andrà in scena senza fischietti.
Un nome, quello di Lukaku, che spacca il tifo nerazzurro, tra odio (speriamo solo calcistico) e indifferenza. C’è chi non gli vorrebbe dar troppa importanza, considerandolo alla stregua di una comparsa. Altri, la maggior parte, che non hanno ancora svestito i panni dell’innamorato tradito e non potendo rigare alcuna macchina o gettare pile di vestiti giù dalla finestra, sono pronti a subissare di fischi per 90 minuti di gioco l’attaccante belga.
Del suo ritorno a Milano, d’ altronde, ne hanno parlato tutti, da Marotta e Ausilio, fino a Inzaghi e molti componenti della squadra. Ognuno a suo modo, ma tutti hanno partecipato ad alimentare un clima molto pesante, coadiuvato da qualche quotidiano che ha offerto una preziosa sponda, scandendo e ricordando tutto quello che non ha funzionato nell’avventura con l’Inter di Lukaku, ripercorrendo tutte le tappe dell’addio, come a dire: “Se non siete ancora abbastanza arrabbiati, ricordatevi come si è comportato”. Tutto purché se ne parli in sostanza. (…)
E il grande protagonista? Sorridente in allenamento, concentrato e spietato in campo, ha sposato un basso profilo comunicativo, senza rispondere alla minima provocazione. I numeri sono dalla sua parte: una rete ogni 97 minuti giocati, la terza miglior partenza di sempre nella carriera del centravanti belga. E una centralità nella manovra giallorossa testimoniata dal dato della media passaggi ricevuti (9.6), addirittura superiore a quella che aveva nell’Inter di Conte. (…)
Adesso arriva l’esame più difficile, la tanto attesa notte di San Siro, dov’è stato un Re indiscusso. E in tanti si stanno domandando: come reagirà Romelu alla calda accoglienza di San Siro? La sua prestazione ne risentirà o ne uscirà ancor più carico?
Ogni dubbio è lecito, ma intanto i tifosi giallorossi sognano una rete decisiva di Big Rom in grado di ammutolire l’intero impianto nerazzurro. Romelu è pronto e scalpita, la tipica esultanza del belga anche. Che sia il campo adesso a parlare, l’attesa è finita.
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo