“Giorni di grande sport in tutto il mondo. Stanotte una finale mozzafiato del Super Bowl – cui anche il Papa ha fatto arrivare il messaggio! – con il trionfo di Tom Brady e compagni. Ieri la vittoria del Camerun del CT Hugo Broos: incredibile la sua storia, ha iniziato la sua avventura con il Camerun rispondendo ad un annuncio su internet, poi ha incassato il rifiuto dei calciatori più famosi che hanno rinunciato alla convocazione e alla fine ha portato la sua squadra alla vittoria. Domenica scorsa un match Federer-Nadal che entrerà nella storia del tennis anche per chi come noi ha il ricordo (sfuocato, io ero piccolo) dei grandi scontri a Wimbledon tra Borg e McEnroe”.
“Lo sport è questo: passione, rivincita, eroismo, personalità. Forse per questo parla al cuore di molti di noi. Ma lo sport ha bisogno di essere accompagnato e aiutato. E per questo mi hanno colpito le parole di un grande allenatore come Luciano Spalletti. Devo confessare che ho seguito le dichiarazioni di Spalletti molto teso: domani all’Olimpico c’è Roma-Fiorentina e il mister giallorosso è per noi un pericolo pubblico, visti i risultati anche recenti”.
“Ma al netto del tifo, Spalletti ha lanciato un appello alla realizzazione degli stadi di proprietà, proprio nella settimana in cui la Roma vede incomprensibilmente allontanarsi il proprio progetto urbanistico. Non è solo un fatto economico per il territorio (posti di lavoro e indotto), ma soprattutto un fattore di crescita e competitività per tutto il mondo sportivo italiano. Dobbiamo fare degli stadi luoghi accoglienti e ospitali per le famiglie e anche vendere i diritti televisivi in Cina, amici. Solo così torneremo ad avere il campionato più bello del mondo.
Se si dice no a tutto, come accade in qualche città, si blocca il futuro. Si bloccano gli investimenti. E ci si condanna a vivere di rimpianti”.