Per Paul Scott “il calendario era una progressione matematica con sorprese arbitrarie (the calendar was a mathernatical progression with arbítrary surprises)”. Oggi i primi a essere convinti della fondatezza delle parole del drammaturgo inglese sono naturalmente José Mourinho e Maurizio Sarri, i quali combattono contro le distanze ridotte tra una partita e l’altra e con rose non all’altezza degli impegni stagionali. (…)
A complicare ulteriormente le cose intervengono le coppe europee, specie l’Europa League e la Conference, programmate di giovedì, che impongono alle squadre partecipanti di giocare in campionato la domenica o il lunedì. Ma volete sapere cosa accade se una delle partecipanti si chiama Roma o – vedi la scorsa stagione – Juve? Semplice: il posticipo del lunedì appartiene anche a Sky, perciò Dazn, volendo giustamente tenere per sé un ottimo ascolto, pretende la big di domenica. Vedi l’ultima Inter-Roma.
I recuperi fisici, il rischio infortuni, la qualità dello spettacolo, il rispetto del lavoro dei tecnici, tutto passa in secondo piano di fronte alle necessità di chi i milioni li mette sul serio. (…) Perciò ho trovato fuori luogo i due comunicati della Lega trasmessi in risposta alle legittime considerazioni di Mourinho. (…) Tutto sommato l’unico calendario incontestabile – tranne alla vigilia del derby della capitale – resta quello della Ferilli.
FONTE: Il Corriere dello sport – I. Zazzaroni