Quattro gol in venti minuti. Se qualcuno, in casa giallorossa, era preoccupato per le ultime prestazioni leggermente sottotono di Romelu Lukaku, ieri da parte del centravanti belga è arrivata una risposta più che rassicurante per la Roma. Big Rom, con il Belgio già qualificato alla fase finale di Euro 2024, ha deciso di entrare ancora di più nella storia del proprio Paese, realizzando un poker ieri sera contro l’Azerbaijan. Nell’arco di appena 20’ (tra il 17’ e il 37’ del primo tempo) ha messo in mostra tutto il repertorio, segnando 2 reti di testa e 2 con il destro, provocando anche l’espulsione di Israfilov che ha reso le cose ancora più facili al Belgio.
Con le 4 reti Lukaku è salito a quota 83 reti in 113 partite in nazionale: in un solo colpo ha superato (tra gli altri) Neymar (fermo a 79) e Lewandowski (81) assestandosi al settimo posto della classifica mondiale guidata da Cristiano Ronaldo, a meno 1 gol da una leggenda come l’ungherese Ferenc Puskas (in Europa invece Lukaku è terzo).
Ne ha di tempo, Big Rom, per continuare a scalare posizioni, ma quello che interessa di più ai tifosi è che ora ricominci a segnare con continuità anche in giallorosso. Lo score, finora, è di tutto rispetto: 9 gol totali, 6 in campionato e 3 in Europa League. Ma c’è bisogno di lui per provare a centrare un obiettivo che potrebbe determinare anche il suo futuro: la qualificazione alla prossima Champions League. Non importa che arrivi attraverso il campionato o l’Europa League, ma qualificarsi aumenterebbe in maniera esponenziale le possibilità di trattenere Romelu nella Capitale anche il prossimo anno.
Il belga, infatti, è in prestito dal Chelsea, e per riscattarlo il prezzo fissato è di 40 milioni. Una cifra fuori dalla portata attuale della società giallorossa, ma i soldi che garantirebbero la qualificazione in Champions e la possibile cessione di Abraham (l’Aston Villa di Emery lo monitora e nei giorni scorsi si è parlato di un interesse già per gennaio) potrebbero agevolare l’operazione, che resterebbe comunque complicata. Lui alla Roma si trova bene, ma la sua storia dimostra che nelle proprie scelte non è il tipo da farsi condizionare dai sentimenti.
FONTE: Il Corriere della Sera – G.Piacentini