Siamo superficiali nella maniera di interpretare certi momenti della partita, e alcuni calciatori hanno perso una volta in più un’opportunità. C’è anche chi è partito dalla panchina e, non essendoci abituato, poi è entrato con un atteggiamento che non ha migliorato la squadra». Sono soltanto alcune delle parole (dure) utilizzate da José Mourinho dopo il pareggio a Ginevra col Servette: parole che si rivolgono ad alcuni elementi ben precisi, che però lo “Special One” preferisce non svelare. L’1-1, di fatto, rende pressoché impossibile il raggiungimento del primo posto nel girone e, sebbene Mou dica che «non è un dramma giocare i playoff», striglia per bene la squadra nel postpartita.
Parla di atteggiamento superficiale e di chance mancata da parte di alcuni: un messaggio che non può non riportare alla mente un altro sfogo, quello del 21 ottobre 2021, dopo la disfatta col Bodø-Glimt. Anche in quella circostanza il portoghese ci andò giù duro: «Colpa mia, perché ho deciso di dare spazio a chi aveva giocato meno finora: conoscevo i limiti di alcuni, ma mi aspettavo una risposta migliore. Il loro undici titolare era qualitativamente migliore del nostro».
La sfuriata, che di fatto mise alla porta i vari Reynolds, Calafiori, Villar e Borja Mayoral, fu dall’altro lato uno sprone decisivo verso la cavalcata che portò i giallorossi alla conquista della Conference League: da lì in avanti, in Europa arrivò soltanto un’altra sconfitta, sempre a Bodø (1-2), poi ribaltata nei quarti di ritorno con un sonoro 4-0.
Alla sua prima stagione Mou ebbe modo di sfogarsi anche in campionato: lo fece il 9 gennaio 2022, dopo il clamoroso ko per 4-3 in rimonta subìto in casa con la Juve: «Dobbiamo uscire – disse in quella circostanza – dalla comfort zone del sesto/settimo posto. C’è stato un crollo psicologico: sono i ragazzi a dover venire nella mia direzione, non io ad andare verso di loro sotto il profilo psicologico». (…)
Nella scorsa stagione, di nuovo contro la Juve: a Torino la Roma pareggiò 1-1, ma Mou non accettò il primo tempo dei suoi. «Andare all’intervallo sotto di un solo gol è stato un miracolo, ho detto ai miei che mi vergognavo». All’incirca due mesi e mezzo più tardi, i giallorossi furono raggiunti nel finale dal Sassuolo al Mapei: in quella circostanza, pur senza fare nomi, lo Special One usò parole durissime nei confronti di Karsdorp, subentrato nella ripresa. «Lo sforzo della squadra è stato tradito da un calciatore, che ha avuto un atteggiamento non professionale. Non dico chi è, ma a gennaio dovrà provvedere a trovarsi un’altra squadra». (…)
Molto più recente invece – e rivolta a tutta la squadra – la sfuriata dopo la sconfitta in casa dello Slavia Praga. «Oggi è mancato tutto, non mi è piaciuto niente. Sono stati pochissimi i calciatori che hanno avuto l’atteggiamento giusto e professionale che io esigo». In quella circostanza, José impone anche il silenzio stampa ai suoi (eccezion fatta per Belotti, unico a parlare nel post-gara): «Nessuno deve parlare, perché non c’è molto da dire oltre a quello che dico io.
È un risultato meritatissimo per loro e per noi». Giovedì sera l’allenatore ha rincarato la dose, bacchettando i suoi, nella speranza che già a partire da Reggio Emilia arrivino delle risposte. Risposte che però il tecnico pretende non siano isolate, ma all’insegna della continuità. Quella che alla Roma, negli ultimi anni, è sempre mancata. (…)
FONTE: Il Romanista – L. Latini