SPALLETTI
(CONFERENZA STAMPA): I primi 20 minuti? “La partita era difficile, importante, in un momento delicato. Bisognava pulire questi dubbi che cominciavano a venire a qualcuno. Nei primi 20 minuti siamo arrivati in ritardo e loro ci hanno creato problemi, sono una squadra tecnica, fanno girare palla, si sono liberati dal pressing che abbiamo portato nella loro metà campo. Quei minuti lì ci sono serviti per prendere le distanze corrette, poi siamo arrivati quasi sempre in tempo, abbiamo fatto bene da un punto di vista fisico, è salita la convinzione di poter fare la partita in maniera spavalda, la squadra l’ha fatta bene la partita. Abbiamo poi fatto anche gol per cui è tornato tutto, è tornato il fatto che la Roma è forte e che può giocare partite di questo livello. Da un certo settore in poi c’era questa forza di non dare spazio agli avversari, questo è il verso giusto”.
Il contratto? Ne abbiamo già parlato. “C’è però la possibilità di prendere lo spunto per i giocatori, quello che diventa importante sono i loro contratti. Bisogna creare uno spogliatoio corretto, mettere a posto le situazioni individuali. Senza i rientri di Nainggolan, di Džeko, di El Shaarawy… hanno fatto vedere di essere una squadra forte, come gli dico da quando sono arrivato”.
Rimorsi per Genova o consapevolezza di un progetto? “Ti facevo con più personalità. La formazione di Genova? Dillo! È quello a cui voleva arrivare. Il discorso è che a Genova ci sono state quelle due segnature, ma non c’era nessuna avvisaglia del fatto che potessimo andare in confusione. Ma bisogna cominciare l’azione, noi ci chiamiamo Roma e dobbiamo prenderci le responsabilità. Per prima cosa comandare il gioco, se levi giocatori come Pjanić diventa più difficile, Strootman è un po’ diverso. Bisogna aumentare la qualità a inizio azione. Poi abbiamo fatto tutto bene, siamo stati più aggressivi, si è tenuta più la difesa alta. È una cosa che dobbiamo fare, la Fiorentina ogni tanto ti obbliga. Qualche ansia, qualche momento in cui ti viene il fiato grosso bisogna che succeda. Lo stesso tempo di far giocare Vermaelen che è uno dei migliori che abbiamo per la guida della palla, ti pressano, ti portano questo nuvolo di giocatori, se esci dal pressing hai praterie. Avevo levato anche Emerson se davo retta a voi”.
Ora? “Tutti sopra al carro”.
Džeko? “Carro pieno Sbaglia un gol? Carro vuoto, tutti di sotto. Andiamo avanti. Come si spiega mentalmente la Roma? Secondo me questo è un po’ vero, nel senso che loro ormai ce l’hanno già consolidata quella spina dorsale di quando arriva un calciatore nuovo c’è un gruppo di giocatori che ti dà il benvenuto e che ti dice che bisogna vincere. Stiamo costruendo questo gruppo, abbiamo una squadra seria, ma in base a quello che si vede, far sentire subito il morso della pressione, del dovere, dell’usare tutti i momenti per essere sempre più forti e antipatici, più determinati, secondo me ora sta venendo fuori, fino a ora c’era qualche dubbio o qualche libertà in più. Questa ossessione bisogna riuscire a fargliela percepire. Non è la stessa cosa arrivare quarti, secondi, quinti, bisogna arrivare davanti, sempre. È un’imposizione. Bisogna fare il massimo, senza lasciare nulla, e azzardare a qualcosa in più. Bisogna essere coraggiosi per pensare di essere più forti di quello che siamo, senza diventare presuntuosi, ma bisogna avere ambizioni forti. Ci chiamiamo Roma, non c’è altra scelta”.